domenica 29 aprile 2007

Viva il Marocco

  Cari AMici


 


    nella corsa Vivicittà , maratona podistica svoltasi la settimana scorsa all'interno del carcere di Bollate grazie al patrocinio dell'uISP si é assistito al trionfo degli atleti marocchini che si sono piazzati ai primi tre posti. Hanno percorso i 9 chilometri del percorso (comprensivi di una scala ripida da spaccare le gambe, in poco più di 14 minuti, una media che gli addetti ai lavori hanno definito soddisfacente. Alla gara hanno partecipato 60 atleti, ma le richieste di partecipazione sono state ben più  numerose. La mancata iscrizione alla gara é stata motivata da ragioni di salute: alcuni degli atleti non sarebbero stati in perfette condizioni fisiche. Dopo lo sport un rinfresco. E la domenica é finita in allegria.


 


                  Un caro saluto e buon ponte di fine aprile


 


                                              Il  Direttore (che resta a casa)

venerdì 27 aprile 2007

Canto d'amore

Cari Amici,


                               Lontana,


                              così ti sento


                              forse,


                             questo voglio...


                             mentre....


                            un minuto


                            é duro


                            a morire.


                           Anche i colori


                          incontrano barriere,


                         si vestono


                         di nero


                       se l'ombra


                       di te


                       è sola.


                                                                       Dal carcere


 


                                                                                                             Il Direttore


                      


                  

 


 


Cari Amici,


 


POTENZA DELLO SCHERMO  E PREGIUDIZI


 


Il progetto della Commissione Cultura di portare gli studenti qui a Bollate  per un confronto con la reale situazione nelle nostre carceri ha ottenuto buoni risultati. Nel corso di cinque visite, avvenute tra gennaio e aprile, sono entrati a Bollate circa 160 studenti di scuole medie superiori ( liceo Marie Curie di Tradate, liceo Sacro Monte di Varese e Istituto Maffei di Lodi ) accompagnati da una quindicina di professori. Secondo me l’esperienza è stata abbastanza positiva: i ragazzi avevano molti pregiudizi verso le carceri italiane ed una visione assai distorta della realtà, forse perchè influenzati dai film americani sui luoghi di detenzione. Si immaginavano le carceri come luoghi caratterizzati da estrema violenza, con risse, pestaggi tra detenuti, a loro volta pestati o torturati dagli agenti, pensavano a luoghi di eversione e di traffici interni, segregazione, mense con grandi tavoloni, detenuti vestiti con divise uguali e numerate etc. etc. Forse alcuni di loro pensavano di venire allo zoo, uno zoo umano: invece sono rimasti sorpresi dall’umanità e dalla sensibilità delle persone con cui sono venuti a contatto.


                             FRANCESCO, ospite di Bollate


 


 

giovedì 26 aprile 2007

Cari Amici


 


             vi espongo una riflessione suggeritami dal discorso di un anziano detenuto di Bollate in merito allìepisodio del Cavaliere ripreso in Sardegna in compagnia di 5 avvenenti fanciulle. Beh, mi ha detto, ai nostri tempi ci si esaltava per Mao Tze Tung che nuotava, nonostante fosse  ben avanti degli anni, nel fiume Giallo. L'importante era dimostrare al mondo che il grande capo aveva ancora un buon fisico. Cambiano i tempi e i modi....Il Nostro, a 71 anni,  dimostra la stessa vigoria in altro  modo. Ma, nel frattempo è arrivato il Viagra..


 


                                            il Direttore

 


CPri Amici,


 


                     qualche giorno fa a proposito del Tesoretto di 4 miliardi di euro che il governo dovrebbe distribuire ai meno abbienti il Pinocchietto di turno, in questo caso il membro della Bce Lorenzo Bini Smaghi, ha detto che bisogna risparmiare per abbattere il debito. Quindi non c'è nulla da spendere. Ma chi deve risparmiare? I pensionati con 500 euro al mese? I giovani dei call center che ne guadagnano 800? Ma perchè questo Pinocchietto non si è fatto sentire quando le banche (dalle quali dipende, per inciso)  truffavano decine di migliaia di risparmiatori con le obbligazioni di Argentina, Cirio e Parmalat,  il tutto per 20 miliardi di euro? Perchè non ha protestato quando l'allora governatore Fazio intrecciava dialoghi notturni con il banchiere Fiorani? Vabbè, consoliamoci, Bini Smaghi ha perso un'ottima occasione per stare zitto. Alla prossima.


 


                              Il Direttore

Cari Amici,


 


       scusate per l'assenza, ma il Direttore trascorre qualche giorno di riposo dove non riesce a collegarsi ad internet. Dovrebbe arrivare il wi-fi di Eutelia, ma per ora tutto é bloccato. Il iDirettore vorrebbe sottoporre all'attenzione di quanti frequentano questo blog le impressioni di un detenuto che quando esce in permesso e si reca in famiglia continua a considerare il carcere come la sua casa.


 E’ sconcertante constatare - scrive - come dopo lunghi anni di detenzione, lunghi periodi d’assenza dalla propria casa, nel momento stesso nel quale ci dovrebbe essere l’euforia di un ritorno, invece ci si trovi ad affrontare un senso di incompletezza, di velato disagio interiore, un sentirsi fuori luogo che rasenta l’assurdo.


Come si può patire un’interferenza così acuta e incisiva, ascoltare una pressione che invade il nostro "io" più intimo, proprio nel luogo più spirituale per noi, quello rappresentato dalla nostra cas? Case grandi come città sono diventate improvvisamente strette, troppo minuscole per contenere la presenza dettata da un permesso premio o da quant’altro si possa elencare nella libertà part-time. Ho sentito detenuti descrivere la casa dove sono cresciuti con i genitori e con altre figure familiari come bellissima, affascinante, una "bella storia", ma nello stesso momento ho appreso, smarrito, che per quelle stesse persone emozionalmente la vera casa era il carcere, proprio quel luogo che ha costretto in una cella la giovinezza, le energie e l’entusiasmo per la vita.


Comincio a credere che in noi reclusi si crei una sorta di dipendenza dal carcere, una sindrome così intensa da divenire dominante sul resto, una dimensione di se stessi che ci avvicina alla cella anche senza volerlo. Nasce inconsciamente uno status di dipendenza che proprio per il fattore tempo trasforma la cella in una simbiosi con la personalità e e la struttura esistenziale dell’individuo carcerato: a confronto la sindrome di Stoccolma potrebbe solo impallidire.


                   Ecco, le sensazioni negative del carcere restano anche al di fuori ddelle mura di cinta, viene smarrita l'identità più immediata.


 


                 Il Direttore


 

mercoledì 18 aprile 2007

 


   Cari Amici,


 


                               una grande multinazionale, ma proprio grande, ogni anno avvia  i propri dipendenti alla conoscenza dei gruppi esclusi dalla società civile. In quest'ambito alcuni suoi impiegati verranno a Bollate in maggio per conoscere la realtà del carcere. Gli impiegati effettueranno opera di volontariato aiutando i detenuti a dipingere la sala colloqui, mentre la multinazionale offrirà un contributo per le spese della giornata (catering e vernice).


Ecco allora la proposta del Direttore, che voi lettori affezionati di questo blog dovreste diffondere presso i vostri amici e le vostre aziende: perchè non seguire l'esempio di questa multinazionale, di cui per ora non facciamo il nome?  Potrebbe essere un deterrente per impedire comportamenti illeciti, ma potrebbe anche innescare un meccanismo positivo: invece dei business safari, dove i top manager amano portare i propri dirigenti per addestrali su come affrontare gli imprevisti, avremo le 'jail convention' per far conoscere loro quanti non hanno avuto successo, ad ogni livello.  Lasciate i vostri commenti, il Direttore li girerà a chi di dovere.   Grazie


 


                             Il irettore

Cari amici, 


 


                    leggiamo:


 



L’Impresa Pirandello




[…] Margot e Joseph facevano parte dell’Impresa Pirandello: attori girovaghi per lo più ebrei che organizzavano piccoli spettacoli teatrali nell’intento di donare speranza attraverso il regno dell’immaginazione. Aiutarono alcuni partigiani rifugiatisi nel loro furgone, i quali avevano accettato la proposta di improvvisarsi attori per camuffare meglio la loro identità, ma erano necessari documenti falsi che una sola persona era in grado di procurare; Margot sapeva chi, il Dottor Bernardina…


Cosutui era un uomo sulla sessantina, calvo, panciuto, basso e brutto con uno strano tic nervoso: a distanza di vari secondi contraeva il labbro inferiore, storceva il naso e perdeva il controllo delle mani agitando violentemente di lato la testa. La benda in diagonale serviva per nascondere il bulbo oculare rovinato, frutto di una truffa andata male… Li precedette nel suo studio con l’andatura palesemente claudicante.


Stava seduto comodamente sulla poltrona quando un improvviso tic gli fece dare una terribile botta contro la finestra.


«Che zuccata!» esclamò Joseph sorpreso. Margot lo presentò loro elogiandolo come il miglior truffatore sulla piazza.


«Discrezione, per carità…» disse lui manifestando uno strano difetto della pronuncia «…fono folo un povero tipografo…» agitò convulsamente le mani a causa del tic, facendo cadere tutto a terra «Io non truffo, modifico parzialmente; e poi fai prefto a dire fidati: guarda quello.» con la testa indicò un milite «Ha proprio una faccia da ftupido, non fi vergogna ad andare in giro cofì?», ed ecco un’altra craniata alla finestra.


«Se continua così…» disse Joseph «…spacca l’imposta.» e tutti risero sottovoce.


Si tuffò tra le carte quantificando ad alta voce «Due, quattro, fei e fette documenti, chi fe ne frega, intanto che ci fono li faccio pure per me, noh?» indicò una tabella «Tariffa fuperiore, quarta categoria, contributi, i bolli non fono mica gratif…» alzò la testa «Non fi fcappa eh, cofta un occhio della tefta ’fto lavoro.»


Tutti pensarono subito all’occhio che gli mancava e videro che con un altro tic quasi beccava lo spigolo della finestra rischiando di perdere anche quello buono. Alla fine aprì la piccola cassaforte e con avidità infilò la testa ma a causa di un ennesimo tic quella che doveva essere una semplice testata si trasformò in un incredibile rimbalzo. […]



 


Tratto da un capitolo de "I sogni di Nicola" di Cristian , attualmente ospite di Bollate, sesto reparto.


martedì 17 aprile 2007

Cari Amici


 


                          un solo commento agli avvenimenti del Virginia Tech: non è vero che non esistono controlli alla vendita di armi negli Stati Uniti. In Virginia, ad esempio, é in vigore dagli anni '90 una legge che proibisce ad ogni cittadino dello stato di acquistare più di un'arma da fuoco al mese. Quindi il livello massimo degli acquisti consentiti per un anno é di soli 12 revolver, mitragliette, fucili d'assalto e altre amenità.  A Bollate stanno già pensando di emigrare. 


 


                                                            il Direttore


 


 

lunedì 16 aprile 2007

Cari Amici,  


 


                            da oggi sul sito potete trovare i numeri arretrati, per ora soltanto gli ultimi tre, ma in futuro ci verranno inserite anche le prossime edizioni. Quindi il blog ha in più la funziopne di archivio. Il Direttore ringrazia quanti hanno reso possibile questa nuova funzione. Per chi lo desidra, buona lettura


 


 


                    Il Direttore 

giovedì 12 aprile 2007


Cari  Amici


 


un detenuto ci ha mandato le sue esperienze:


 


LA "PASIONARIA" FLOREALE



 


 



No, la signora di cui scrivo non è Dolores Ibarruri, dirigente comunista spagnola di tanti anni fa, anche se le assomiglia ideologicamente parlando. Si tratta de "la pasionaria" florovivaista di Bollate: il suo nome é  Susanna. Come Dolores questa signora fa un richiamo alle forze politiche per la ricostruzione del florovivaismo della Seconda Casa di Reclusione di Bollate, trascurato e abbandonato da una cooperativa sociale, la 120, sparita nelle nebbie della Padania.


Susanna "la pasionaria verde" si è mossa con molta grinta e impegno per rilanciare il settore, facendo suo il motto: "Antes morir de pie que vivir de rodillas"n (meglio morire in piedi che vivere in ginocchio). La signora ha convocato i lavoranti detenuti del settore, sia i neo assunti che quelli già attivi da tempo, e ha impartito le nuove direttive. Lavoro duro, impegno, teoria e approfondimento sono i requisiti base per essere inseriti nella cooperativa sociale che nascerà, prevede la signora, dopo l’estate; i lavoranti sono tutti in prova e quelli che non producono o non si impegnano non verranno inseriti nella costituenda cooperativa: "no pasaràn" (non passeranno) è la parola d'ordine della Passionaria Verde.. Presto si riuniranno tutti per guardarsi in faccia, tracciare un bilancio e poi avanti con i progetti e il lavoro per un vivaio di qualità.


Ma qual é la carriera culturale e operativa di questa signora che ha idee chiare e non mostra tentennamenti? 55 anni, milanese, una laurea in storia, ex docente universitaria, Susanna ha vissuto il ’68 come attivista comunista. Vanta infatti trascorsi nella Cigl, ha lavorato per l’archivio storico, ha trascorso lunghi periodi in Francia. Insomma, é persona di cultura e ha esperienze nel settore florovivaistico. Qui a Bollate Susanna vuole "allevare" e formare una generazione di giardinieri.


Il suo essere di sinistra le consente una visione meno moralistica della realtà carceraria per cui lei considera i detenuti come persone che lavorano e non si pone altre limitazioni: il suo progetto prevede che anche quando ha finito la pena il detenuto può continuare a lavorare per la cooperativa, se lo vuole. In caso contrario l'ex detenuto avrà un mestiere spendibile all'esterno. Finalmente!


La signora ha anche grandi progetti per le zone di Bollate all'esterno delle serre: negli spazi verdi del carcere, nelle aiuole intorno al negozio e nei parcheggi, vuole creare il 'giardino didattico' con piante rare: ci saranno rose antiche, ortensie, essenze aromatiche, erbacee perenni, piante da ombra, arbusti mediterranei ecc. Qui insieme ad altri massimi esperti suoi collaboratori e al socio Massimo Jacopetti Susanna terrà i corsi di giardinaggio ecologico per privati creando un collegamento con la scuola agraria di Monza.


La Pasionaria Verde ci parla di rispetto della natura, di cultura ecologica, di cult-sociale, di know-how, di target, di redditività, di diversità, ma anche di profitti; non viene qui a propinarci le solite chiacchiere finto buoniste che si perdono nelle nebbie. Susanna parla di mercato, di lavoro fatto seriamente, di sacrifici per inserirsi in un settore nel quale bisogna proporre prodotti ottimi e bisogna saperlo fare meglio degli altri, dove non vi è spazio per il vittimismo ed é richiesta la massima efficienza. Se tutto procederà nel verso giusto, cosa che ci auguriamo vivamente, presto non bisognerà più andare al Vivaio Peyron a Torino per acquistare rose antiche, clematidi e ortensie. Basterà venire a Bollate



Franco Palazzesi



 


 


Cari Amici,

leggiamo:

C'era un suono
una volta
del cielo
che
riuniva
le fate
e le fiere
il mio compito
é stato morire.

Vladimiro, Bollate

Il Direttore

mercoledì 11 aprile 2007

Cari Amici


 


                 l'altra metà del cielo, parafrasando il presidente Mao, conquista spazi sempre più ampi. Pensate, nel carcere di Bollate, forse unico esempio in Italia, le donne occupano le cariche più importanti. Sino a qualche giorno fa donne erano il direttore Lucia Castellano, e il vice direttore Cosima Buccoliero. Ma da poco anche il capo dei poliziotti penitenziari (le guardie in divisa blu,  per intenderci, un corpo che qui conta oltre 300 persone)  é una donna giovane, carina, trentenne: si tratta di Alessandra Uscidda, commissario, alla quale la redazione di carteBoillate porge il più cordiale benvenuto.  In breve, a Bollate siamo in regime di pieno matriarcato, accentuato dal fatto che questo é un carcere penitenziario dove non esiste la sezione femminile.  L'evento é stato accolto con grande serenità. Siamo certi che le tre signore in questione gestiranno al meglio i loro compiti e che non scatteranno quei  meccanismi di potere che di solito inquinano  le strutture fortemente gerarchizzate. Ma il Direttore si ricorda di un vecchio proverbio popolare milanese che ascoltava da piccino nella sua casa natale in Piazza Santo Stefano, all'ombra della Madonnina e che recita:  'tri donn fan el mercà de Saronn'. Sarebbe un peccato che questo avvenisse perché Milano, come ha ricordato recentemente Repubblica, é la città che alle donne ha dato maggior spazio in politica, giustizia, aziende e sanità.  Viva il 'potere rosa' dunque, ma con prudenza.


                                                             Un caro saluto 

Potenza del Blog


 


Cari Amici,


                        al Direttore scoccia tornare sull'argomento 'potenza del blog' ma questa volta crede che un bis sia del tutto dovuto. Ricordate le cinque colonne di Repubblica dedicate alla visita dei tre vigili urbani di zona Corvetto che chiedono consiglio ai detenuti su come gestire la fauna giovanile troppo inquieta della loro zona? Lo spunto era venuto dal blog. L'articolo di Repubblica ha inspirato Enzo Biagi che insesrirà nel suo nuovo programma su RAI 3, 'Rotocalco Televisivo' un servizio dedicato proprio a questo argomento. Si tratterà di una puntata dedicata al disagio giovanile. La troupe di RAI 3 verrà a Bollate per roiprendere l'incontro a tre tra vigili, detenuti e una quindicina di ragazzi turbolenti. Ci saranno anche i redattori di carteBollate. Vedremo che succederà..


 


                                              Un caro saluto


                                                     Il Direttore 


 

giovedì 5 aprile 2007

Cari Amici,


 


leggiamo:


 


          E poi i ricordi si confondono


         con la storia del domani


Riemergono le rugiade


di camomille selvatiche


disperse, su pelli, vellutate


dal caldo, dal desiderio,


per la vita...


Amare così, come spendere


emozioni,


diventa il respiro


dei sensi


E poi io....


e poi tu...


 


                   Luciano  (Casa di reclusione di Bollate, rep. Staccata)


 


                      Buona Pasqua                il Direttore

Cari Amici


 


         oggi la Commissione Cultura del Carcere di Bollate ha ospitato due esponenti del consiglio di zona 8 di Milano (il carcere si trova proprio in questa zona di Milano) e tre rappresentanti di altrettante società sportive disposte ad offrire aiuto e consulenze per diffondere lo sport all'interno dell'Istituto: calcio, palestra, baskey, tennis etc. E' sorto però subito un problema di fondo: gli istruttori delle tre società verrebbero volentieri ad operare a Bollate ma richiedono un compenso per le proprie prestazioni. Compenso che i carcerati non sono in grado di sborsare. Dovrebbe essere l'amministrazione, essi sostengono, a fornire le risorse finanziarie per questa iniziativa, purtroppo i soldi non ci sono. Pensate: tra il 2002 e il 2005 le spese sanitarie per gli 80 carceri nazionali sono scese in termini monetari del 12 per cento (nonostante l'aumento della popolazione carceraria), ancor di più  termini reali se si tien conto dell'inflazione,  mentre le spese dei cittadini liberi per la loro condizione sanitaria sono aumentate nello stesso periodo del 31 per cento. Occorrono volontari sportivi, dunque. Ma dove trovarli?


 


                                                   il Direttore

mercoledì 4 aprile 2007

Cari Amici,

le notizie che giungono da fonti internazionali indicano che la tensione in Iran potrebbe esplodere a breve qualora la visita, tenuta segreta, di una delegazione militare britannica a Teheran dovesse risolversi con un nulla di fatto. In caso di fallimento della missione potrebbe scattare la rappresaglia americana con bombardamenti su Abadan, dove si trova la più grande delle quattro raffinerie iraniane, e poi su Kahrg, il più importante terminale petrolifero del Paese. Seguirebbero altri bombardamenti a installazioni, cui Teheran reagirebbe con missile sugli impianti sauditi, kuwaitini e irakeni. Morale: guerra nel Golfo e petrolio a 90-80 dollari al barile, proprio lo scenario previsto da chi tre mesi fa è andato lungo sui futures delle posizioni a 4-6 mesi. Scopo della manovra americana: mettere in ginocchio l'economia iraniana per forzarla a rinunciare ai progetti nucleari. Questo mi dicono quelli che dovrebbero sapere. Spero abbiano torto. Un caro saluto

Il Direttore

martedì 3 aprile 2007

Cari Amici.


Si legge oggi sul portale di Yahoo:


Russian media late last month quoted unnamed sources in Russian military intelligence as saying the United States could launch a strike on Iran as early as April 6.


RIA news agency quoted a Russian security source as saying Moscow has military intelligence reports that the U.S. has already approved a list of Iranian targets for bomb and missile strikes. The source said a land operation could follow.


Il Direttore spera, ovviamente, che quanto sopra non accada, per il bene del mondo. Vi ricorderete che già da gennaio  temeva questo avvenimento, dettato dalla incoscienza e dall'arroganza di chi regge i destini dell'umanità. Purtroppo i segnali erano evidenti da alcuni movimenti sui mercato internazionali delle materie prime (vedi greggio). 


                                                       Il Direttore

lunedì 2 aprile 2007

Cari Amici


 


                    nel corso dell'ultimo fine settimana il Direttore ha preso parte ad un corso di meditazione integrata Amrita (IAM) che ha avuto luogo a Porto Recanati. Un lettore siciliano potrebbe dire: "Macche m....... mi rappresenta un corso di meditazione per uno che frequenta le carceri, ah?". Rappresenta, rappresenta, risponde il Direttore, perchè un corso identico tenuto negli ultimi mesi del 2006 nel carcere di  detenzione giovanile di Santa Fe, nel Nuovo Messico, ha avuto  effetti positivi sui reclusi. Tanto é, vero che una buona percentuale dei giovani che hanno frequentato il corso è poi uscita per buona condotta. Così scrive Steve Schmidt, uno degli organizzatori dei corsi in oggetto. Non so se nelle carceri italiani vengono tenuti corsi di meditazione, potrebbe essere un'idea da sviluppare in futuro. Vedremo il da farsi. Nel frattempo si apra per Voi tutti un buona settimana, che porti tanta meditazione: per i cristiani, e non solo per loro, la Pasqua è la festa del passaggio dall'inverno alla primavera, ma anche quella del grande mistero della mortaee della resurrezione (o reincarnazione, come molti credono) del figlio di DIo. Tanti Auguri


 


                                             Il Direttore

POTENZA DEL BLOG


 


Cari Amici


 


                                 mercoledì scorso, al rientro da Bollate, il Direttore ha pubblicato sul blog la notizia dei tre vigili urbani che hanno sollecitato l'aiuto di volontari, struttura e detenuti di Bollate per meglio gestire la fauna irrequieta della zona Corvetto. Ebbene, il giorno dopo qualcuno di Repubblica ha visto la notizia sul blog e venerdì è uscito a pagina 29 della cronaca nazjionale un servizio di Teresa Monastiroli proprio sull'argomento.  Il risalto è stato notevole (5 colonne). Speriamo che l'articolo possa aiutare i vigili della zona Corvetto nel loro difficile lavoro. Grazie a tutti per la Vostra collaborazione


 


             Il Direttore