lunedì 26 novembre 2007

CI SIAMO ANCORA....

Cari Amici


                  ho ricevuto da alcuni lettori  di questo blog una velata critica per il fatto che il blog non si occupa più delle vicende per le quali era stato creato, vale a dire il mondo delle carceri (segnatamente Bollate e poi l'universo penitenziario ) e del volontariato. Per le ben note vicende verificatesi nei mesi scorsi non ho più accesso al carcere, quindi non posso raccogliere notizie e non posso neppure verificare quelle che mi arrivano abbastanza frammentariamente.  Vi comunico comunque che la  equipe giornalistica che ha preso in mano il giornale carceraio ha fatto uscire da circa un mese un nuovo numero dalla forma grafica accattivante (pagine interne a colori). Il pezzo forte del numero è il proseguimento dell'inchiesta avviata in aprile su carcere e vitto. Dopo la denuncia del forte divario dei prezzi che si rileva tra quelli imposti dalla Saep a Bollate e quelli che si praticano alla Esselunga di Baranzate (il  supermercato più vicino al carcere),  il giornalista che ha ripreso l'argomento ha chiesto alla Saep le ragioni di quanto avviene.  Non entriamo nel merito di quanto viene sostenuto dalla Saep; alle sue argomentazioni risponde la direttrice  di Bollate Lucia Castellano con altre argomentazioni che non vogliamo ugualmente commentare. Diciamo però che ai detenuti, che subiscono i prezzi della Saep, non viene data voce. In questa storia loro non esistono, sono minus quam, la parola se la prendono soltanto i poteri forti (forti nell'ambito carcerario, ovviamente). Questa è  democrazia? E' questo lo spirito che dovrebbe animare un giornale che viene stampato con i soldi dei reclusi ma che non ne esprime le idee e i giudizi?


   Un'altra chicca: da internet (cliccate su google saep-corte dei conti e vedrete) si evidenzia che le sezioni delle Marche d della Lombardia della Corte deiConti hanno respinto per ben due volte tra il 2003 e il 2006 i decreti con i quali i provveditori delle carceri (i Dap regionali) assegnavano a Saep e anche ad altre ditte gli appalti per le foniture di prodotti alimentari alle carceri delle due regioni. Le ragioni: vizi di forma e anche di sostanza.  Ciò nonostante nulla smuove il potere di chi rifornisce di prodotti alimentari e di altro genere le carceri italiane. SI tratta di un volume d'affari di tutto rispetto. Ognuno dei 40.000 detenuti  costa alla Stato, quindi ai contribuenti onesti, i 130 euro al giorno. Una buona parte di questa somma  se ne va per il poersonale di custodia e per le infrastrutture,  ma restano fette considerevoli per le gestioni private.


     Chi scrive ha informato il governo (ai massimi livelli di competenza settoriale, ripeto ai massimi livelli) di quanto avviene a Bollate in materia di prezzi.  Dopo un paio di mesi è, arrivata la seguente risposta "La Informo che la situazione è ancor peggio di di quanto da Lei esposto. A settembre prenderemo provvedimenti ma ci vorrà tempo prima che abbiano efficacia.  In ogni caso mi tenga informato".


                          A bien tot, mes amis, a bien tot.


                                                                                              Gianfranco