giovedì 31 dicembre 2009

Mala tempora...

Cari Amici,  


 


   l'argomento per il quale ho deciso di riaprire il blog si sta facendo caldo e sollecita ogni giorno commenti da parte degli addetti ai lavori. Mi riferisco all'enorme debito pubblico degli Stati, un problema che a mio giudizio verrà a galla tra breve, già nei prossimi mesi,al più tardi entro il 2011. Segnalo a questo proposito un'intervista a Domenico Siniscalco, economista., ex ministro, oggi vice presidente di Morgan Stanley,  apparsa sul Corriere di gue giorni fa. Ebbene, cosa dice il giovane accademico? Ribadisce che la situazione è grave in tutto l'Occidente: rapporto debito Pil 227 per cento in Giappone, quasi 100 negli States, 88 per cento la media europea, con l'Italia vicina al 120 per cento).


   Siniscalco indica che da questo fardello intollerabile (intollerabile perchè toglie agli Stati la capacità di spesa, la possibilità di investire nel pubblico e nel sociale, tutte le risorse se ne vanno per pagare gli interessi sul debito, i 4,5 miliardi di entrate dallo scudo fiscale si bruciano in dieci giorni di interessi) ) si esce solto in tre modi:


-  con un'inflazione selvaggia che in pochi anni brucia il valore della moneta e riconduce il rapporto debito/Pil al 50 per cento


- con l'insolvenza (come ha fatto l'Argentina che ha dichiarato bancarotta e ha riconosciuto ai suoi creditori il 33 per cento del debito), oppure con il consolidamento, una prassi già nota in Italia


- con misure coercitive, vedi un'imposta patrimoniale su tutti gli immobili in possesso dei privati  oppure lqualcosa come lo scippo di penna adottato dal governo Amato nel 1992: un prelievo straordinario del 6 per mille su tutti i depositi bancari.


    In ogni caso non si tratta di provvedimenti leggeri, influiranno non poco sulle nostre tasche di contribuenti onesti.


    Un caro saluto e ancora tanti auguri


                                                                                              Gianfranco

mercoledì 30 dicembre 2009

Cari Amici


   mi permetto di disturbarvi prima della fine dell'anno per segnalarvi un avvenimento che getta nuove ombre sul panorama finanziario internazionale. La vigilia di Natale, quando in Occidente si pensa alle festività, ai regali, alla famiglia, insomma, quando poco contano le cose che ci turbano tutto l'anno, e i media sono disattenti oppure a ranghi ridotti, ebbene, proprio il 24 dicembre il Tesoro degli Stati Uniti ha preso una decisione che accresce i dubbi di quanti ritengono che la crisi globale non sia finita e che il peggio non sia alle spalle. In sostanza, il Tesoro ha deciso che il tetto di 400 miliardi di dollari stabilito per coprire le possibili perdite di  Freddie Mac e Fanny Mae, le due organizzazioni che hanno erogato il 45 per cento circa di tutti i mutui immobiliari in circolazione negli States, non è più sufficiente. Pertanto tdal nuovo anno tutte le potenziali perdite sui mutui verranno coperte dallo Stato, quindi dai contribuenti americani. Il Tesoro non ha fornito cifre, si sa soltanto che i mutui erogati da Freddie Mac e Fannie Mae sono pari a  5.000 miliardi di dollari (circa il 50 per cento del Pil Usa di un anno). Complice la festività, la notizia è stata ignorata da tutti: giornali, agenzie di rating, osservatori economici, analistri finanziari, persino dai mercati.


   Se per disavventura il mercato immobiliare Usa non dovesse riprendersi ( e non vi sono segni positivi in questo contesto) allora si aprirebbe una nuova voragine nei conti dei due enti controllati dal Tesoro. Dunque, una nuova falla nell'economia americana e nuovi guasti per chi possiede in giro per il mondo obbligazioni strutturate (come quelle della Lehman Brothers).  Al di là di questo fevento specifico, di per se grave, dai fatti emerge che cifre vere sulla portata della crisi non sono ancora state fornite. Chi sa non dice  nulla, chi non sa blatera, come al solito.


     Stay tuned...e tanti, tanti auguri per il 2010.


 


                                Gianfranco 

lunedì 28 dicembre 2009

2009-2010

Cari Amici


 


  tanti auguri per un 2009 che se ne va portandosi via grossi guasti finanziari e sociali e per un 2010 che arriva e che, stando alle informazioni che ho raccolto sulla Rete e presso fonti qualificate, non sarà sereno così come le previsioni ufficiali ci fanno sperare. Proprio per seguire passo passo gli eventi di questo 2010 e per poterli interpretare  con la maggior chiaezza possibile ho deciso di ridare voce al blog, con la speranza che le mie previsioni, non proprio positive, non si avverino. Ancora il mio miglior augurio di un buon anno


 


               L'ex direttore


 


 


27 dicembre 2009