mercoledì 29 febbraio 2012

No Tav

Cari Amici,
sono da sempre ostile alla Tav che ritengo uno spreco di danaro, anche se i costi si sono ridotti nel tempo: dai 25 miliardi originali della grande Tav si è scesi ad una low cost Tav di 9 miliardi, di cui tre di competenza italiana.
Ma in questo momento il discorso delle grandi opere interessa per altri motivi, e ci spieghiamo. Per le grandi opere pubbliche si deve tener  conto non solo dei benefici economici ma anche di quelli sociali e ambientali. Ad esempio, quali sarebbero i costi e i benefici, anche ambientali, di un ponte di Messina con la ferrovia che ne raddoppia i costi ma serve solo per pochi treni al giorno? E per un terzo valico Milano-Genova progettato non in funzione dei (pochi) passeggeri ma solo delle merci, cioè con standard e costi molto inferiori? Lo stesso vale per la linea alta velocità Napoli-Bari e per molte altre grandi opere, concepite evidentemente senza alcuna considerazione della scarsità delle risorse pubbliche.
In sostanza, i soldi sono pochi. Spendiamoli bene e non per la Tav.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 28 febbraio 2012

Dio stramaledica l'euro

Cari Amici,
durante la seconda guerra mondiale il giornalista Mario Appelius, di nota fede fascista, apriva le trasmissioni radio al grido di «Dio stramaledica gli inglesi», i nostri nemici dell'epoca.
Oggi, stando a quanto avviene, dovremmo dire «Dio stramaledica l'euro».
Ho letto ieri un interessante articolo dell'ex direttore generale del Fondo Monetario, Joesph Stliglitz, secondo il quale l'austerità, vista come rimedio ai troppi debiti dei Piigs, non paga. A sostegno delle sue tesi Stiglitz citava il caso dell'Islanda, io aggiungo l'Argentina.
In un articolo di Paul Krugman pubblicato oggi sulla prima pagina de la Repubblica si sostengono le stesse tesi affermando che i paesi periferici dell'Europa, appunto i Piigs, sono strangolati dall'euro e dall'austerità: il Portogallo ha un tasso di disoccupazione del 13 per cento, Irlanda, Spagna e Grecia viaggiano su quei livelli. In Italia ci arriveremo, se non si cambia registro. La soluzione: cacciare con il voto i signori dell'euro, Merkel, Sarkozy, Monti, Draghi, e spezzare la gabbia monetaria che ci sta soffocando.
Prima lo faremo meglio sarà.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 27 febbraio 2012

Rapa

Cari Amici,
questa la ministra lacrimuccia Fornero poteva risparmiarcela.
La notizia è che i salari italiani sono i più bassi d'Europa. E lei commenta: «Dobbiamo aumentare la produttività»? Ma dove vive questa signora...
La gente si uccide perchè perde il lavoro (ultimo caso l'elettricista di San Remo), c'è una disoccupazione giovanile al 31 per cento e lei dice lavorate di più. Non si può cavare il sangue da una rapa.
Un caro saluto

Gianfranco

Spaltung

Cari Amici,
il ministro degli interni della Germania ha detto che la Grecia dovrebbe uscire dall'euro. Una dichiarazione a freddo che, pronunciata alla vigilia del voto del Bundestag sugli aiuti ad Atene, suona come sfida al Cancelliere Merkel e come sintomo di profonda divisione nel governo.
Siamo dunque di fronte ad una scissione (spaltung in tedesco) del sistema politico a Berlino. Il 65 per cento dei tedeschi è contrario agli aiuti ai Piigs e l'anno prossimo si vota.
Prepariamoci alla rissa.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

venerdì 24 febbraio 2012

Il Drago capitalista

Cari Amici,
Mario Draghi è uscito finalmente allo scoperto: al Wall Street Journal (e a chi altro, visto che è pur sempre un banchiere) ha dichiarato che il modello sociale europeo è morto, se si guarda al tasso di occupazione dei giovani. Ma a quale modello sociale punta la cricca dei banchieri? A quello cinese dove gli operai della Foxconn si suicidano perchè non reggono i ritmi di lavoro? A quello delle 'maquilladoras' messicane o dei produttori di scarpe dell'Indonesia che pagano salari di fame per turni massacranti? Agli schiavi bambini dell'India?
Ricordiamo che il modello sociale è nato in Europa con i contributi della Sinistra e anche della Destra: il Cancelliere Bismarck, che non era certamente un sincero democratico, nel 1880 impose agli imprenditori di costruire alloggi decenti per i lavoratori, mentre, in Italia, si deve a Mussolini l'istituto della liquidazione e della pensione obbligatoria. E poi ci sarebbero le lotte della sinistra riformista.
E ora la Banda Bassotti dei banchieri vuole ritornare indietro nel tempo di cento anni, gonfiare i profitti della finanza e del turbocapitalismo a scapito del lavoro. Rimandiamo Mario Draghi alla Goldman Sachs, da dove viene, tra i suoi Paperoni. E che si fottano a vicenda.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 23 febbraio 2012

Al voto

Cari Amici,
la Grecia doveva dichiarare fallimento nel fine settimana tra il 24 e il 25 marzo. Così veniva riportato in alcuni documenti riservati di fonte bancaria. Il default sarebbe stato promosso dalle solite agenzie di Rating. Così non è stato, in extremis sono arrivati i 130 miliardi, ma il problema viene rinviato di un mese, alle elezioni di aprile.
Da alcuni sondaggi privati emerge infatti che i due partiti maggiori - Pasok e Mea Democrfatia che contano adesso sull'85 per cento dei seggi in Parlamento - in caso di elezioni non attirerebbero insieme più di un terzo dei voti, mentre la maggioranza andrebbe alle ali estreme di destra e di sinistra.
E' questo che vogliono Berlino e Parigi, promuovere un clima da guerra civile in un paese allo stremo? Oppure commissionare la Grecia con la forza delle armi?
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 22 febbraio 2012

Tel chi el Prina

Cari Amici,
chissà perchè, ma i ministri delle finanze del  nostro tempo (dall'americano Geithner al tedesco Schaeuble, dal greco Venizelos al nostro Passera) mi fanno riemergere i ricordi scolastici di un loro lontano predecessore, il lombardo Giuseppe Prina.
Era costui il ministro delle finanze del Regno d'Italia di napolenica memoria. Prina era famoso per il suo rigore intellettuale e integrità personale ma anche per la sua raffinata capacità nel trovare nuovi balzelli da infliggere ai milanesi. Tirò troppo la corda il Prina, esacerbò gli animi dei tartassati che alla fine si vendicarono: nel 1814 venne defenestrato dai suoi uffici di Via Manzoni, a Milano e linciato a colpi d'ombrello in Piazza della Scala. L'ha faa la fin del Prina, era un vecchio detto popolare ora scomparso per indicare i malcapitati giustiziati a furor di popolo. Spero proprio di sbagliarmi, ma ogni volta che passo da Via Prina, a due passi da casa mia, questo pensiero mi tormenta la mente. Non penso ad una defenestrazione violenta e brutale, ma ad un allontanamento politico, ad una gogna mediatica e un duro giudizio della storia.
Mi sbaglio?
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 21 febbraio 2012

Face lifting

Cari Amici,
ultimo tentativo di salvataggio cosmetico della Grecia.

I 130 miliardi concessi ieri notte salvano la faccia dell'Europa ma non risolvono i guai finanziari, politici e sociali dei greci, alle prese con le difficoltà quotidiane. Adesso si dovranno mandare in Grecia aiuti umanitari (cibo, medicine) perchè il paese è allo stremo. Intanto a Londra i ricchi evasori greci si comprano le case del centro facendo concorrenza ai ricchi evasori italiani.
Le reazioni dei mercati, improntate alla prudenza, dimostrano che le nubi  sono ancora gravide di guai. Credo sarebbe stato meglio per tutti farla fallire.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 20 febbraio 2012

Dopu se sa no

Cari Amici,
ho visto servizi di TV estere e ho letto molti articoli sul caso Grecia.
Quello che emerge è la rabbia del popolo per quanto sta capitando: disoccupazione, tasse, sacrifici. Cresce la rabbia dei greci contro il mondo, contro i propri politici, contro la Germania accusata di ogni nefandezza. Rabbia, appunto, parola che deriva dal sanscrito "rabbahs" e significa fare violenza.

Temo che questo risentimento gen...eralizzato, simile a quello provato dai tedeschi tra le due guerre, si incanali verso soluzioni violente e autoritarie. Dalle prossime elezioni di aprile potrebbe uscire una nuova dittattura, simile a quella dei Colonnelli degli anni '70, ma con il sostegno delle masse arrabbiate. Ricordiamoci che Hitler fu eletto democraticamente, con il voto del popolo.
E dopo, come canta Jannacci, dopu se sa no...
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

venerdì 17 febbraio 2012

Lo Spread

Cari Amici,
ma chi rema contro l'Italia? Chi fa salire lo spread penalizzando il paese che deve pagare  maggiori rendimenti sul debito? Ma la speculazione, certo, e non solo quella dei grandi traders. Potete farlo anche voi.

Ogni giorno spuntano nuove piattaforme finanziarie per favorire le manovre speculative: l'ultima si chiama World Spread e, come si deduce dal nome, invita a scommettere sull'andamento degli spread delle varie nazioni. La leva finanziaria può passare da 100 a 200 volte il capitale investito: chi vende uno spread dell'Italia che vale 400 euro può beneficiare di un finanziamento di 390 euro. E' chiaro che con questa leva invece di un solo spread l'operatore ne venderà o comprerà mille. Sono le banche a fornire la materia prima per queste manovre: in questo momento negano i soldi alle imprese ma li danno volentieri agli speculatori, tanto loro sono garantite. Se poi lo speculatore sbaglia la direzione  del movimento oppure i tempi  le banche gli portano via tutti i depositi a garanzia. Tanti piccoli e medi speculatori, i cosiddetti mercati, fanno una massa d'urto che con la leva delle banche esercita pressioni inarrestabili su tutto, dagli spread alle materie prime.
Altro che Tobin tax, qui ci vorrebbe la Cayenna.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 16 febbraio 2012

Zimmerwald

Cari Amici,
la sinistra europea ha finalmente battuto un colpo sulla Grecia, come si sperava con il post di qualche giorno fa sui fatti di Zimmerwald del 1916.
Il segretario del PD Bersani ha detto che si sta strangolando Atene con le richieste di austerità avanzate dalla UE, di cui l'Italia è parte attiva. Ora si parla di manifestazioni di piazza a di proteste che, se generiche, lasceranno il tempo che trovano. Forse all'attivismo di Bersani non sono estranei i risultati delle primarie di Genova. Assogettarsi alle decisioni della destra economica non paga, i vendoliani lo hanno capito e raccolgono consensi. E anche il Bersa, toccato sul vivo per la terza volta a Genova dopo Milano e Napoli, deve adeguarsi.
Speriamo in bene.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 15 febbraio 2012

Caccia al privato

Cari Amici,
il caso Grecia (ancora, direte, ma questo è il leit motiv del momento) è a un bivio. I ritardi dell'UE nel garantire i 140 miliardi promessi dipendono, oltre che dalle ambiguità politiche di Atene, anche  dall'esito delle trattative in corso tra la Grecia e i creditori privati (per lo più  Hedge fund, investitori istituzionali, ma anche privati) sul consolidamento del debiti esistenti, circa 100 miliardi di euro. Atene chiede uno sconto del 70 per cento: i 30 miliardi rimasti saranno sostituiti con obbligazioni a breve termine al 3,5 per cento ma senza alcuna garanzia. Se la Grecia fallisce anche questi titoli diventano carta straccia, e la perdita dei privati sale al 100 per cento.
Ora, se i creditori non sono concordi nell'accettare queste condizioni ricattatorie e capestro (per intenderci, la tanto biasimata Argentina rimborsa il 35 per cento del debito consolidato nel 2001) e minacciano di ricorrere ad azioni legali, fallisce la trattativa che dovrebbe chiudersi tra qualche giorno. In questo caso l'UE non manda soldi e la Grecia fallisce.
Riassumendo, le sorti della Grecia, dei Piigs e dell'euro sono nella mani di incauti speculatori e investitori. Ce lo siamo meritato?
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 14 febbraio 2012

Beggar thy neighbourgh

Cari Amici,
ovvero, fotti il tuo vicino. Riesumiamo questo vecchio proverbio del Levante: negli affari un libanese fotte 2 turchi, un siriano fotte 4 libanesi, un greco fotte otto siriani. Tradotto a oggi: Atene ha accettato il piano di austerità della UE, ma tra due mesi i greci votano. E i leader politici in gara dicono già che non rispetteranno gli accordi.
E i tedeschi si incazzano.....
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 13 febbraio 2012

No party

Cari Amici,
Borsa fiacca, spread stabile, dollaro debole: insomma, dopo i fatti di Atene oggi doveva scatenarsi la grande festa della speculazione. Invece no. Forse perchè i mercati, cinici e bari, hanno capito che l'austerità non risolverà i problemi della Grecia che fallita è e fallita resterà.
Un caso saluto

Gianfranco

Effetto Domino

Cari Amici,
dopo Tripoli Damasco? Sembra di sì, dal momento che esperti militari inglesi e del Qatar, dicono alcuni siti dell'Intelligence inglese, stanno assistendo i ribelli siriani ad Homs. Proprio come in Libia un anno fa. Questo spiegherebbe il feroce attacco contro la città. Stessa procedura, dunque, ma identico sarà l'esito?
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

sabato 11 febbraio 2012

Se ci sei, batti un colpo

Cari Amici,
la storia si ripete ma gli uomini, purtroppo, non fanno tesoro degli errori del passato.

Nel 1916 a Zimmerwald, in Svizzera, i capi dei partiti socialisti dei paesi belligeranti si riunirono per trovare una soluzione "proletaria" alla guerra in corso. L'accordo non fu raggiunto per rivalità nazionali, così i proletari europei continuarono a massacrarsi nelle trincee e alla fine della guerra emersero la rivoluzione bolscevica e il nazismo, cioè le premesse della seconda guerra mondiale. Che avviene ora?
Il turbocapitalismo finanziario e la delocalizzazione industriale in Asia stanno distruggendo le economie dell'Europa nonchè il benessere sociale che gli europei si sono conquistati in passato.
Lo smantellamento del welfare (un modello, un sogno per il resto del mondo) parte dagli anelli deboli del sistema - Grecia, Portogallo, i Piigs in genere - ma prima o poi toccherà a tutti, non illudiamoci, anche i lavoratori tedeschi saranno travolti.
Ma a sinistra, come già avvenne nel 1916, si parla, si parla, si parla, senza che nessuno reagisca: nessun grande partito progressista europeo appoggia i greci, nessuno chiede politiche diverse dall'austerità. Si parla di debiti da ripagare con il rigore e di sacrifici, non di soluzioni alternative. Non solo, i partiti di sinistra, dal Pd al tedesco SPd e i laburisti inglesi, sono per lo più complici dell'azione, subiscono le decisioni dei poteri forti, banche, industria, lobbies di ogni genere. E intanto guadagna spazio la destra estrema. Proprio come avvenne negli anni Trenta.
Insomma, dove sta la sinistra europea? Se ci sei, batti un colpo prima che sia troppo tardi.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

venerdì 10 febbraio 2012

I due poliziotti

Cari Amici,
quanto avviene in Europa sul caso Grecia mi ricorda i film con le gags dei due poliziotti, quello buono che tratta bene i sospetti delinquenti per convincerli a parlare e quello cattivo che fa la faccia dura ma persegue lo stesso scopo del primo, anche se con altri mezzi di persuasione.
Allora la signora Merkel, il poliziotto buono, dice che se la Grecia facesse default le conseguenze per l'Europa sarebbero gravissime e fa intendere che bisogna raggiungere un accordo con i greci a tutti i costi, anche con rinunce da parte tedesca. Il suo ministro delle finanze Schaeuble, il poliziotto cattivo a rotelle, dice che i sacrifici di Atene non bastano, occorre fare di più: senza altri tagli non si aprono i cordoni della borsa.
Intanto ad Atene i manifestanti, che ormai il gioco lo hanno capito alla perfezione, bruciano le bandiere tedesche sulle piazze e la destra soffia sul fuoco. A causa della crisi ogni giorno spariscono in Grecia 5.000 posti di lavoro, la gente è stremata e la tensione sale. A quando la fine del gioco? A quando parole coerenti e certe? Berlino vuole veramente salvare la Grecia e l'euro oppure ci sta prendendo tutti per i fondelli?
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 9 febbraio 2012

Occhio al crude...

Cari Amici,
il sito dello Shin Bet, notoriamente bene informato ma a volte anche depistante, rivela che l'Iran possiede 100 kg di uranio arricchito al 20 per cento. Quanto basta per costruire quattro testate nucleari di media intensità oppure, e questo non lo dice ma lo rivelano altri siti, per irradiare l'intera area petrolifera del Golfo. Secondo gli israeliani ci vorrà un anno dal momento in cui i vertici politici e militari dell'Iran daranno il via libera ai tecnici per la realizzazione delle quattro testate. Che avverrà nel frattempo?
Aprile e maggio sono visti come i mesi decisivi per un'azione militare contro i siti nucleari iraniani. Con l'intensificarsi della campagna politica negli States in estate e in autunno Obama farebbe il possibile per bloccare il blitz isreaeliano. Quali segnali osservare per capire gli eventi? Seguite il prezzo del greggio. Con il calo della congiuntura in mezzo mondo i prezzi del crude oil dovrebbero scendere.
Se saliranno all'improvviso, vuole dire che chi sa e decide sta puntando sulla guerra per fare soldi, come al solito.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 8 febbraio 2012

The trend is my friend

Cari Amici
con l'euforia di questi ultimi giorni i mercati scommettono che per la Grecia verrà trovata in extremis una soluzione per impedirne il default e l'uscita dall'euro.
In questo momento i vertici politici della Grecia (il capo del governo e i tre segretari dei partiti) stanno esaminando riga per riga le 120 pagine del documento presentato dalla troika. Sono noti i punti critici del papiro: tagli di 150.000 elementi (di cui 25.000 già approvati) della compagine statale, riduzione del salario minimo delle imprese private, tagli alle pensioni, vendita di beni pubblici per 50 miliardi e altre amenità. Se oggi verrà raggiunto un accordo, la troika incontrerà uno per uno i tre segretari politici per sondarne le intenzioni (forse chiederà anche garanzie scritte) e poi si andrà venerdì alla discussione in aula. Entro tre-quattro giorni la legge dovrebbe venire approvata. Ma ne siamo certi?
Questa è la logica della scommessa in corso.
Se la legge passerà le borse saliranno ancor di più, vi entreranno anche gli investitori pavidi,  lo spread scenderà, l'euro si rafforzerà e i politici europei e la Bce godranno di effimero successo. Effimero, ribadisco, perchè l'economia greca è a pezzi e Atene non sarà mai più in grado di ripagare il debito.
Se le trattattive falliranno sui mercati accadrà esattamente il contrario: giù borse ed euro, sù lo spread. Per ora la speculazione cavalca la soluzione 'accordo' in base al principio che "the trend is my friend".  Ma questa volta i mercati non giocano con le carte segnate, non è detto che i politici greci vengano meno alle loro responsbailità nei confronti della nazione.
Un caro saluto

Gianfranco

C'è chi perde il pelo, ma non il vizio

Cari Amici,
stimo Mario Draghi, che ho incontrato qualche volta nella mia attività lavorativa, ma sono sostanzialmente prevenuto nei confronti dei banchieri d'affari (e Draghi lo è stato per Goldman Sachs). Adesso, stando alle indiscrezioni del WSJ, anche da presidente della Bce Draghi continua ad operare con la mentalità del banchiere d'affari. Per convincere i greci ad accettare il diktat della troika Draghi ha offerto loro di cedere a prezzi scontati le obbligazioni greche che la Bce ha acquistato lo scorso anno sul mercato libero.
Il punto è che dall'indiscrezione del WSJ non si capisce se la Bce farà un affare o meno da questa vendita. Per intenderci, ipotizziamo che la Bce abbia pagato i bond 80, contro un valore facciale di 100. Se vende ad Atene i bonds a 70, perde 10 (a scapito di tutti i contribuenti europei che finanziano la Bce). Se vende a 90 guadagna 10, ma un banchiere centrale non dovrebbe speculare sui bond dei propri amministrati. La soluzione ideale sarebbe la vendita dei titoli ai prezzi d'acquisto.
Ma Draghi riuscirà a perdere il vizio del profitto?
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 6 febbraio 2012

Grecia

Cari Amici,
sono due anni che prevedo il default della Grecia. Ora ci stiamo arrivando, finalmente.
Leggo dalle agenzie: Ore drammatiche in Grecia dove il rischio di default si fa più concreto: nessun accordo sulle nuove misure di austerità è stato sottoscritto domenica dai leader dei grandi partiti al termine del lungo vertice, durato oltre cinque ore, con il premier Lucas Papademos.
Ma perchè i partiti greci, destra e sinistra, non vogliono gli aiuti internazionali?
Imporre nuovi sacrifici, tra cui la riduzione dei salari, in un paese già in recessione profonda, e con una disoccupazione al 19%, è diventata un' impresa assai ardua. I sindacati hanno già proclamato uno sciopero generale per martedì.
I politici greci lo hanno capito, Monti non ancora, o meglio, lui lo sa benissimo ma fa finta di nulla. Non è la recessione che fa uscire dalla crisi, bensì la crescita, che però, suggerisco, deve puntare non sui consumi di materie prime e sullo spreco dei privati ma sulle infrastrutture, la cura del territorio e il benessere della popolazione.
Un caro saluto

Gianfranco

Che barba

Cari Amici
di ritorno dalla pausa invernale ho trovato il nuovo blog creato dall'amico Marco, sempre prezioso.
Non ho trovato invece nulla di nuovo sul fronte politico e finanziario, se non le litanie dell'esimio Monti sulla noiosità del posto fisso: «Uffa, che barba - dice il professore che di posti ne ha avuti tanti e tutti ben remunerati - sempre a scocciare con la richiesta di un lavoro fisso. Datevi da fare» è il suo consiglio ai giovani. Forse ha ragione, ma per certi aspetti le sue parole mi ricordano quelle di Berlusconi che diceva alle giovani italiane belle ma povere «Trovatevi un marito ricco».
Mi ricordo di quanto avvenne anni fa a Bellagio. A Oscar Tietmeyer, allora governatore della Bundesbank, che diceva le stesse cose, chiesi a bruciapelo: «Ma lei, Herr Tietmeyer, è mai stato disoccupato?». Se ne andò sprezzante facendo spallucce.
Un caro saluto

Gianfranco