martedì 31 luglio 2012

Il bivio

Cari Amici,
siamo arrivati alla stretta finale? Veramente la Bce potrà a breve termine svolgere il ruolo di una vera banca centrale, creare liquidità, acquistare i titoli di debito del proprio Stato (nel caso della Bce dei propri Stati) e fare una politica monetaria finalizzata alla crescita e allo sviluppo?

I politici europei fanno capire che si va in questa direzione attraverso il salvataggio dell'euro. La destra tedesca scalpita e promette sfracelli contro Frau Merkel. E la speculazione? Resta in attesa, dopo l'euforia degli ultimi giorni. Attenzione però, perché il fatto che l'oro e il franco svizzero rimangano sui massimi non depone in favore della scelta proeuropea.
Tra qualche giorno ne sapremo di più.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 30 luglio 2012

Cemento

Cari Amici,
mi raccontava una mia fonte che a causa della crisi dell'edilizia le società del cemento versano in una situazione seria. L'Italcementi, leader italiano e uno dei sei gruppi più importanti nel mondo, va bene solo in Algeria e Tailandia, negli altri mercati segna cali di attività tra il 40 e il 50 per cento. Non si escludono dunque a breve annunci di tagli al personale e riduzione delle spese.
Non siamo al si salvi chi può, ma poco ci manca.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

domenica 29 luglio 2012

Estate

Cari Amici,
dice il presidente della UE, il cipriota Christofias: «Muoversi più velocemente o l'euro è a rischio. Noi continuiamo a parlare di solidarietà, vogliamo ripristinare quel valore, senza il quale l'integrazione europea è in pericolo».
Ma la corte suprema tedesca non si pronuncerà prima di settembre sul fondo salva stati, il resto dell'Europa è presa dalle Olimpiadi, le vacanze sono sacre, soprattutto quelle dei politici. Il generale estate ha i suoi tempi e i suoi metodi.
Ho il sospetto che la signora Merkel, in vacanza in Alto Adige, stia pensando ad un baratto: Alto Adige in  cambio degli eurobond.
Gli Stati Uniti, invece, si muovono: arriva Geithner per strigliare l'Europa. Evviva il loro attivismo che non sarà esente da interessi privati ma è sicuramente meglio della nostra paralisi estiva.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

venerdì 27 luglio 2012

Dopo i conflitti, la rissa

Cari Amici,
cresce lo scontro in Europa per la finanza e anche per l'economia.
Accanto a Marchionne, che ha svelato le cause del successo tedesco nell'auto (non tutte le cause, però) ci sono i costruttori francesi, anch'essi sofferenti, e gli americani, presso i quali l'amministratore delegato della Fiat conta forti appoggi.
In finanza invece la Bundesbank si oppone alle aperture di Mario Draghi sugli interventi per salvare l'euro. Insomma, si è creato un clima da rissa che non giova certamente all'immagine del vecchio continente. La Germania potrebbe essere tentata di lasciare l'euro e gli alleati europei a suo dire 'ingrati'.
E gli ex alleati non rimpiangerebbero certo questa decisione.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 26 luglio 2012

Conflitti

Cari Amici,
sono bastate poche parole di Mario Draghi per capovolgere la situazione dei mercati finanziari e ridurre lo spread: «All'interno del proprio mandato, la Bce è pronta a fare qualunque cosa per preservare l'euro, e credetemi, questo basterà», ha dichiarato Draghi  con determinazione ad un convegno. Benissimo, ma quali sono i limiti del mandato di Draghi? Li conosciamo e, purtroppo, li conosce anche Frau Merkel, attualmente in vacanza in Italia: o si fa inflazione o si annega nella recessione. Peccato che le grandi banche internazionali, le vere detentrici del potere, la pensino in maniera diversa.
Secondo Citigroup, all'80 per cento, la Grecia farà default entro 2 o 3 mesi. Sarà perchè le grandi banche finanziano gli speculatori che in questo momento puntano a spaccare l'euro?
I conflitti di interesse non mancano in questo mondo finanziario sempre più cinico e baro.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 24 luglio 2012

A settembre

Cari Amici,
questa mattina un amico mi diceva di aver parlato con i vertici di un'importante banca nazionale e di aver riscontrato nelle parole del suo interlocutore la più assoluta mancanza di idee nei confronti di quanto sta accadendo. Vi sono clienti, dice il banchiere, che intendono chiudere i conti in euro e trasferire tutto all'estero, altri che non sanno che pesci prendere, altri che non si fidano più dei consigli della banca e ritirano la liquidità per metterla sotto il mattone. Fortunatamente la situazione quasi vacanziera frena il panico, ma a settembre la giostra potrebbe ripartire. Ma il banchiere sta fermo, aspetta che la tempesta passi, tanto lui si trova, scusate l'espressione, con il culo nel burro.
Ecco perchè Parigi, Roma e Madrid chiedono l'applicazione immediata dello scudo salva-spread mentre la Corte Suprema tedesca, che deve autorizzare Berlino a partecipare all'iniziativa ha preso tempo: se ne parlerà a settembre. Giudicate voi.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 23 luglio 2012

Bluff...

Cari Amici,
ormai la Grecia sta per lasciare l'euro e l'Eurozona, anche se a parole deplora il possibile evento, è convinta che prima Atene se ne andrà meglio sarà per tutti.
Lo dicono anche i soloni, quelli che sino a pochi mesi fa sostenevano che la costruzione finanziaria dell'Europa era solida. Tuttavia non siamo ancora al "si salvi chi può" e il percorso non è chiaro: c'è chi dice che la Germania starebbe bluffando e che dietro l'apparente durezza della signora Merkel ci sarebbe la volontà di saggiare la resistenza di Spagna e Italia, saggiarne il limite e poi cedere su eurobonds. Insomma, spingere l'Europa sull'orlo della rottura e poi fare retromarcia.
Lo vedremo presto.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

domenica 22 luglio 2012

Deja vu...

Cari Amici,
il film della crisi ha sempre le stesse inquadrature e tempi identici: tagli alle spese, scioperi, fuga di capitali. Lo abbiamo visto in Grecia, lo vediamo in Spagna, lo vedremo in Italia. Resta da capire una sola grande questione: se sia meglio spaccare ora, in agosto, il sistema euro, con tutti i guai che ne conseguono (anche se non penso all'Armageddon che vogliono farci intendere, visto che non ci sono esperienze precedenti in proposito) oppure se sia meglio restare come siamo, con il  circolo vizioso composto da debiti, recessione, disoccupazione e tensioni sociali in piena funzione. Non so come voi la pensiate, io credo di aver espresso la mia opinione già da tempo.
So però che così il sistema non può andare avanti molto, prima o poi capiterà qualcosa di serio che farà cambiare tutto.
Un  caro saluto

Gianfranco

sabato 21 luglio 2012

Nani

Cari Amici,
l’Italia ha un debito pubblico di circa 2.000 miliardi di euro, una somma  pari al 120 per cento del PIL.
Il Fiscal Compact appena approvato dal Parlamento prevede che il debito pubblico debba dimezzarsi al 60 per cento del Pil, quindi tornare a 1.000 miliardi, nel volgere di  vent’anni. Quindi, fino al 2032, il governo dovrà tagliare le uscite dello Stato ogni anno di almeno 50 miliardi, cui vanno aggiunti 30/40 miliardi di spese per interessi al tasso ottimistico del 2 per cento (adesso siamo al 4 per cento) sempre nella speranza che il Pil torni a  crescere. Insomma, ogni anno dovremo rinunciare a 80/90 miliardi. Lo credete possibile? Penso proprio di no.

Domanda, ma chi ha approvato il Fiscal Compact si è reso conto degli impegni presi, oppure pensa già che ben difficilmente verranno rispettati?
Ecco, è proprio l'insipienza di questa classe politica, comprovata per l'ennesima  volta, che fa paura ai cittadini e spinge la speculazione ad agire. Purtroppo all'orizzonte, in Italia come in Europa, vedo solo nani politici, non si trova un gigante  che abbia idee e le metta in pratica.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 19 luglio 2012

Pandora

Cari Amici,
lo scandalo delle banche truffatrici si allarga macchia d'olio: dopo Barclays ecco Deutsche Bank, Credit Agricole, Societè General e, ci avrei scommesso, Hsbc di cui ci siamo occupati ieri per le accuse di riciclaggio.Ci mancano gli svizzeri e il quadro è completo.
Il marcio nasce nella City inglese, insieme a New York il centro del malaffare bancario, con propaggini nei circa 30 paradisi fiscali sparsi nel mondo, soprattutto nelle ex colonie inglesi. Di lì passa tutto, droga, armi, truffe, evasioni fiscali, crimine organizzato nonchè, e questo è l'aspetto più grave, spolizione dei paesi africani e sudamericani.
Il cancro del mondo si annida nelle procedure a dir poco disinvolte dei paradisi fiscali e nell'arrogante strapotere delle grandi banche mondiali. Leggete in proposito "Le isole del Tesoro" del giornalista americano Nicholas Shaxson e capirete meglio. E con le banche sono colpevoli le classi politiche che per anni hanno difeso il laissez-faire finanziario, i monetaristi, i difensori a spada tratta del liberalismo, non ultimi Alan Greenspan, e i politici anglosassoni.
Adesso la misura deve essere veramente colma se proprio le magistrature inglese e americana, quelle dei due paesi artefici del sistema più corrotto ideato dall'uomo, stanno scoperchiano il vaso di Pandora.
Meglio tardi che mai.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 18 luglio 2012

Sofferenze e incagli

Cari Amici,
oggi la Banca Centrale spagnola ha comunicato che le sofferenze bancarie degli istituti nazionali sono arrivate a 156 miliardi di euro, pari al 9 per cento di tutto il credito erogato. Ricordiamo che un sano esercizio del credito richiede valori inferiori al 5 per cento. Poi, e questo non viene detto, ci sono gli incagli, di  cui non si parla, che mediamente sono pari alle sofferenze. Tradotto in soldoni: le banche spagnole abbisognano, e subito, di almeno 300 miliardi di euro, non dei 100 autorizzati da Bruxelles di cui 30 arriveranno tra breve. Il resto, come cantava Jannacci, 'Se sa no'.
Un'altra considerazione: ma con quali criteri i banchieri spagnoli, e non solo loro, hanno erogato i crediti? Non si sono resi conto dei rischi cui andavano incontro?
Ah già, dimenticavo, i banchieri si salvano sempre: sono gli Stati che affondano.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 17 luglio 2012

Marcio

Cari Amici,
dopo Barclays un altro caso di malabanca internazionale.Questa volta, negli Stati Uniti,  sotto inchiesta per riciclaggio è finita Hsbc, Hong Kong Shangai Banking Corp.
Secondo gli inquirenti, assenza di controlli e inadeguatezza delle regole avrebbero permesso  ad alcune aziende di aggirare le sanzioni imposte all'Iran e ai cartelli della droga messicani di utilizzare la Hsbc per il riciclaggio di denaro. Inoltre è stato consentito l'ingresso nel sistema finanziario Usa ad alcune entità collegate al terrorismo. D'altra parte, chi meglio di una grande banca può spostare capitali da una parte all'altra del mondo, aggirarsi nei paradisi fiscali con disinvoltura ed evadere il fisco?
Hsbc è una grande banca europea, come Barclays, ma anche le americane, svizzere e giapponesi non sono da meno: il sistema è marcio fino alle midolla.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 16 luglio 2012

Nonsenso - 2

Cari Amici,
c'è un altro non senso che sta facendo di questi tempi il giro del mondo.
Pare che  in Europa sussista il pregiudizio in base al quale se la Banca Centrale finanzia il debito pubblico del proprio Paese (vale a dire, se acquista i Bot e Btp emessi dal Tesoro dello stesso Paese) si ritiene in via di pregiudizio che il governo del Paese crei inflazione.
Nulla di più errato, sostengono gli esperti d'oltreoceano e lo dimostra la recente storia economica degli Stati Uniti: la Fed ha profuso almeno 4.000 miliardi di dollari per salvare le banche (Piano Tarp) e rilanciare l'economia. La più vasta creazione di moneta nella storia americana non ha creato inflazione ma ha portato alla deflazione del debito.Provate a fare la stessa domanda a Frau Merkel e ai falchi della Bundesbank: non vi daranno mai ascolto.
Sono le banche commerciali a creare inflazione con i loro comportamenti speculativi che moltiplicano le bolle. Che poi vengono ripianate dagli Stati.
Un caro saluto, un arrivederci allo spread a quota 500

Gianfranco

domenica 15 luglio 2012

Sisifo

Cari Amici,
Vittorio Grilli, ministro dell'economia, dice al Corriere: Vendo ogni anno 15-20 miliardi di beni pubblici dello Stato e  così riduco il debito dal 123 per cento del Pil al 103 in 5 anni. Ma prima aveva detto che con questo spread e questi tassi in vigore ogni anno il Tesoro paga sul debito pubblico 85 miliardi di interessi. Insomma, in 5 anni di vendite di cespiti l'Italia incassa quando regala ogni anno ai detentori di Bot, Btp, Cct, Ctz e quant'altro.
Non vi pare una fatica di Sisifo, destinata a nulla se non allo sfinimento del Paese?
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

sabato 14 luglio 2012

Belle Epoque

Cari Amici,
la crisi finanziaria porta alla crisi politica, all'inasprimento delle tensioni sociali, alla caccia all'immigrato, al nazionalismo esasperato e in genere al disprezzo delle minoranze. In pratica, mi sembra che l'umanità stia regredendo  di cento anni.
Cento anni fa, appunto, finiva la Belle Epoque, i quaranta anni di pace e prosperità che videro l'Europa fiorire. Ora è finita l'ultima Belle Epoque, quella dal 1945 ad oggi. Nel frattempo in Europa (escludendo quella combattuta nella ex-Jugslavia) non si sono combattute guerre. Attenzione dunque a quanto succede: i banchieri, che ora dominano il mondo, non sono mai stati amici della democrazia, a loro interessa la stabilità anche se dovuta alla peggior dittatura possibile.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 12 luglio 2012

Via d'uscita

Cari Amici,
forse si intravede una via d'uscita nel problema dei debiti che sconvolge l'Europa.
Secondo il Financial Times, l'Ue starebbe esercitando pressioni su quanti posseggono le obbligazioni emesse dalle banche spagnole in crisi perchè rinuncino a parte dei loro crediti.
Il meccanismo funziona così: in passato le banche spagnole hanno emesso obbligazioni (bonos) in cambio di cash. Con questo cash le banche hanno finanziato gli speculatori dell'edilizia.
Crollato il mercato dell'edilizia, le banche sono subentrate agli immobiliaristi, nel frattempo tutti falliti, nel possesso di immobili che oggi valgono la metà dei bonos in circolazione. Che fare?
L'Ue promette aiuti, 30 miliardi sino ad oggi, ma in cambio chiede ai possessori dei bonos di rinunciare a parte del valore dei loro titoli, il 30-40 o 50 per cento, ancora non si sa. La loro perdita finanzierebbe lo Stato spagnolo e aiuterebbe ad evitare il pericolo di dover chiedere all'Unione Europea un vero e proprio fondo di salvataggio.
Fonti del quotidiano inglese parlano di una bozza di memorandum of understanding che offrirebbe ai sottoscrittori alcune azioni preferenziali e bond subordinati di importo inferiore al valore originale.
In conclusione: dal debito si esce si i creditori rinunciano a parte dei loro crediti. In cambio si va a fondo tutti.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 11 luglio 2012

En attendant Godot

Cari Amici,
il nodo della crisi è sempre quello, la reticenza (se non aperta ostilità) dei tedeschi e dei loro organi istituzionali ad impegnarsi per il salvataggio dei Piigs.
Ieri non è arrivta l'attesa  decisione della Corte costituzionale della Germania in merito al Fondo salva Stati permanente (Esm) e al Fiscal Compact. L'udienza  si è conclusa  senza aver stabilito una data precisa in cui verrà presa una decisione definitiva.  Il ministro delle Finanze di Berlino, Wolfgang Schaueble, intanto ha chiesto alla Corte di formulare un giudizio sulla costituzionalità dell'Esm e del Fiscal Compact entro qualche settimana. Insomma, l'incertezza regna  sovrana, il tempo passa, la casa rischia di bruciare definitivamente ma i pompieri non arrivano.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 10 luglio 2012

Fondi offshore

Cari Amici,
alla fine del 2010 il Fondo Monetario Internazionale stimava (per difetto) che nei paradisi fiscali si trovassero fondi per circa 18.000 miliardi di dollari, una somma equivalente a un terzo del Pil mondiale. Cito questi dati, che ricavo da libro di Nicholas Shaxson 'Le isole del tesoro' per dire che ci vorrebbe poco a sistemare i guai del mondo, basterebbe tassare questi fondi in maniera adeguata per risolvere ogni problema, sia quelli dei paesi indebitati che quelli ben più seri dei paesi poveri vittime della speculazione.
Un caro saluto

Gianfranco

domenica 8 luglio 2012

Flop

Cari Amici,
undici anni fa, quando fu introdotto l'euro, il distributore di snacks che disponeva di tre macchine presso gli uffici del mio giornale a Milano bloccò la distribuzione, cambiò il sistema dei prezzi e passò dalla lira all'euro. Morale: lo snack che costava 600 lire venne portato a 0,40 euro nel volgere di un giorno, + 32 per cento. Nonostante le nostre proteste il distributore fu irremovibile.
Ricordo questo episodio perchè adesso i mercanti piangono miseria e sperano nei saldi per rilanciare i consumi. Non si rendono conto di aver tirato troppo la corda e adesso cercano di recuperare quel terreno che gli altri italiani hanno perso. I saldi estivi saranno l'ennesimo flop e ai mercanti dico: impiccatevi.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

sabato 7 luglio 2012

Il Gobbo

Cari Amici,
dopo il bluff dell'avvio di settimana i nodi vengono al pettine.
Scrive oggi Federico Rampini su Repubblica: «Avevano ragione dunque quei "maligni" del fronte euroscettico angloamericano, dai grandi media Usa agli uffici studi delle banche di Wall Street e di Londra, che non credettero alla versione del trionfo di Mario Monti su Angela Merkel». Io ero e resto uno di quei maligni perchè seguo il pensiero del Gobbo, al secolo Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato ma si indovina bene».
I guai finanziari del mondo restano, sono sempre lì su di noi: Spagna, Grecia. Italia. I vertici europei e mondiali non servono a nulla per il momento perchè nessuno prende le giuste decisioni.

Mi rimangio dunque le scuse della settimana scorsa.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

venerdì 6 luglio 2012

Nonsenso

Cari Amici,
un mio informatore mi ha detto che sui mercati finanziari si assiste ad un incredibile "nonsenso" di cui nessuno parla ma le cui conseguenze sono molto pesanti. Mi vien detto: la Bce presta soldi alle banche all'uno per cento, banche che in seguito prestano gli stessi soldi agli Stati che ne hanno bisogno (vedi i Bot e altri prestiti a breve) a tassi più elevati lucrando non poco sulla differenza. E senza rischi, perchè i banchieri sanno che in caso di un loro fallimento i rischi ricadranno sugli Stati sulla base del principio che le banche non possono fallire.
Ma perchè la Bce non presta i soldi direttamente agli Stati all'uno per cento?  In questo modo gli Stati risparmiano sugli interessi del loro debito e possono varare misure per la ripresa. Ma il Trattato di Lisbona impedisce questi finanziamenti diretti dalla Bce agli Stati.

Mi domando: non si possono modificare queste leggi e andare incontro alla realtà oppure bisogna continuare a fare i comodi dei banchieri?
Un caro saluto

Gianfranco

giovedì 5 luglio 2012

Inflazione

Cari Amici
la Bce riduce il costo del danaro allo 0,75 per cento, ai minimi da sempre, mentre in contemporanea salgono i prezzi dell'oro, delle materie prime e persino del petrolio (un evento incredibile visto che l'Occidente è in recessione e di greggio se ne trova a bizzeffe). Come interpretare i mercati? Semplice, le banche centrali o fanno carta moneta oppure la fanno costare di meno. E questo significa inflazione. E i prezzi delle materie prime scontano il movimento. D'altra parte, solo con l'inflazione e con tassi bassi si ripagano i debiti, ci insegna la recente storia economica.
Ad andarci di mezzo sono le classi a reddito fisso, come sempre.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 4 luglio 2012

Bosone

Cari Amici,
a Ginevra hanno trovato il Bosone, detta anche particella di Dio, che dà corpo a tutte le altre particelle infinitesimali che formano la materia. E' una scoperta italiana perchè i fisici italiani sono ormai la crema del Cern e probabilmente otterranno il premio Nobel per la fisica. Molti di questi fisici lavorano all'estero per le ben note traversie economiche e finanziarie delle nostre università.
Siamo un grande popolo, ma abbiamo i piedi d'argilla e una classe dirigente esiziale.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 3 luglio 2012

Divergenze

Cari Amici,
sento parlare solo di tagli: agli organici, alle spese, alla sanità, etc. D'altro canto i dati congiunturali che escono (si vedano gli ultimi, disoccupazione giovanile e mercato dell'auto) dicono che ci stiamo avvicinando alla Grecia.
Non sento parlare invece di manovre per ridurre il debito pubblico (patrimoniali, consolidamenti, ristrtturazioni) che ci costa all'anno almeno 80 miliardi di interessi.
Siamo sulla strada sbagliata, credo, ma penso che fino a settembre non si farà nulla.
Nel frattempo esploderà il caso Grecia, di cui nessuno più parla.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 2 luglio 2012

Atene

Cari Amici,
la Grecia è uscita dalle cronache finanziarie e politiche, non se ne parla più.
Nulla si dice delle sue richieste di moratoria, nulla della sua situazione finanziaria: senza aiuti lo Stato greco non avrà i soldi per pagare stipendi e pensioni questo mese e dovrà per forza stamparsi la sua moneta (dracma o euro) per evitare il caos. Perchè questo silenzio sulla Grecia?
Credo che ormai a Bruxelles si dia per scontato il default di Atene: le ultime disposizioni approvate nel vertice della settimana scorsa mettono al riparo le banche europee dai rischi dell'insolvenza greca.
Che Atene vada a fondo, insomma, pur di salvare il resto dell'Europa.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana
                              
Gianfranco