martedì 29 gennaio 2013

Repubblica

Cari Amici,
un'altra meditazione di un ventilato pomeriggio indiano (uno degli ultimi, domenica rientro).
Nel dialogo 'Repubblica' di Platone che sto leggendo in questi giorni, ad un certo punto Socrate, che del dialogo è il protagonista, si chiede: "come garantirci che chi detiene posizioni di potere politico lo faccia non per il proprio danaro ma per una questione d'onore?" 
Questa domanda se la ponevano già 2.500 anni fa e ce la poniamo ancor oggi noi italiani vessati da una classe politica corrotta e insensibile.
Quale risposta dava Socrate a questa domanda? Ecco le sue indicazioni: l'affidamento del potere politico ai re filosofi, l'abolizione del matrimonio, della famiglia e della proprietà privata, l'instaurazione di comitati per la scelta dei migliori cui affidare le cariche pubbliche.
Non meravigliamoci pertanto se di fronte a queste 'provocazioni' Socrate sia stato condannato a bere la cicuta, un rompiscatole come lui la classe politica dell'epoca non poteva permetterselo, meglio toglierselo subito d'attorno e impedirgli di pensare. Era un comunista ante litteram anche Socrate? A scuola non me lo hanno mai detto, ho dovuto leggere Platone per conoscere la vera profondità del suo pensiero.
Un caro saluto

Gianfranco


domenica 27 gennaio 2013

Goldfinger

Cari Amici,
sta per scoppiare lo scandalo finanziario del secolo.
Sembra che le riserve auree degli Stati Uniti (8.200 tonnellate custodite a Fort Knox, n.d.r.) non esistano più, nel senso che negli ultimi 50 anni i governi americani se le sono vendute senza dir niente ad alcuno.
Dal 1972 non vengono effettuati controlli e le innumerevoli interpellanze parlamentari non hanno avuto successo. A Fort Knox si troverebbero barre di tungsteno ricoperte d'oro che si presentano di ugual peso e colore rispetto all'oro, ma sono ben altra cosa in termini di valore, tanto è vero che di recente qualcuna ha fatto capolino a Singapore ed è stata subito mascherata.
Il fatto è che i tedeschi, che hanno grosse partite d'oro depositate negli States, hanno deciso di vederci chiaro e hanno chiesto di riportare il loro oro in patria. Lo scandalo sta montando da qualche giorno: domani, alla riapertura dei mercati, vedremo cosa succederà. Non escludo grossi contraccolpi.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 16 gennaio 2013

Il Comunista

Cari Amici,
riflessioni quasi oziose di un pomeriggio sotto il cielo dell'India.
Vi siete mai chiesti come mai, negli ultimi 20 anni, in Italia il potere politico si trovi quasi sempre nelle mani di persone uscite dal mondo dell'economia? Elenco Dini, Ciampi, Prodi, Berlusconi, Monti, Tremonti; solo D'Alema ha interrotto la sequenza del potere economico su quello politico. Queste sono a mio giudizio le conseguenze del ruolo che l'economia svolge nei confronti di quelle che una volta erano chiamate "scienze sociali".
In pratica ci si attende qui da noi, ma non solo, che chiunque gestisca qualcosa di importante, vedi la politica, debba avere una base culturale economica o per lo meno dimestichezza con i suoi prìncipi liberali. Non c'è che dire, questi sono i guasti del liberismo sfrenato degli ultimi trent'anni che in Italia non ha trovato alcun freno.
In base al liberismo, gli uomini non sono che attori egoisti decisi a calcolare come ottenere il massimo vantaggio in ogni situazione, il massimo profitto o il massimo piacere e la felicità con il minor sacrificio. Insomma, ogni atto della nostra vita quotidiana è un investimento che non lascia spazio a morale, compassione, reciprocità, solidarietà, giustizia. Non sono d'accordo con questa visione del mondo.
Direte: sei un utopista, un illuso, un visionario, peggio ancora, un comunista. Ebbene, se comunismo vuol dire credere in questi valori come priorità di vita, allora sono comunista, e sono fiero di esserlo.
Un caro saluto
                            
Gianfranco

martedì 8 gennaio 2013

La nuova Patria

Cari Amici,
sul volo Milano-Dubai ho fatto conoscenza con un giovane architetto italiano di Torino che per mancanza di lavoro ha dovuto trasferirsi in Australia. «Laggiù il lavoro non te lo tirano dietro - mi ha detto - però alla fine mi sono inserito nel giro giusto. Mi occupo di interiors e di ristrutturazioni, potrei fare di più però per ora mi accontento. Il mio sogno resta quello di trasferirmi in America: se il mercato immobiliare si riprende quello è il vero paradiso degli architetti». Considera l'Italia ancora come la sua patria, gli ho chiesto? Mi ha detto: «No, ormai me ne sono separato per sempre».
Nel volo successivo, Dubai-Trivandrum, sedeva accanto a me un indiano che ho scoperto parlava bene l'italiano. Vive in Italia da 15 anni, fa il gelataio e lavora presso un negozio di Piazza Udine. Tornava in patria nel mese di ferie. Gli ho chiesto: «Si trova bene in Italia?» Mi ha detto «Sì, e la considero la mia nuova patria. Quanto prima ci porterò la famiglia».
Morale: esportiamo architetti e importiamo gelatai. Che futuro prevedete per il nostro paese?
Un caro saluto e un buon anno

Gianfranco