mercoledì 27 febbraio 2013

Lubiana

Cari Amici,
leggo di scioperi, proteste e crisi finanziarie che avvengono in Slovenia. E penso ai veneti che hanno esportato capitali presso le banche di quel paese che ora si trova sull'orlo del baratro, proprio come Grecia, Italia, Spagna, Cipro, Irlanda e Portogallo.

A Lubiana comanda una maggioranza di destra che, come suo solito, si trova impelagata in scandali economici, corruzione e malaffare. Che faranno allora i nostri connazionali? Riporteranno i soldi in Italia? Difficile, penso che se ne andranno in Germania, in Austria o forse persino oltreoceano.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 26 febbraio 2013

Dopo...

Cari Amici,
i sondaggi pre-elettorali dei grandi investitori internazionali, da me riportati la settimana scorsa, non erano poi così sballati: i loro esperti non avevano previsto il calo finale del PD, primo per un soffio, il forte recupero del Cavaliere e la tenuta della lista Monti, sopra l'8 per cento. In compenso vedo Ambrosoli perdente nelle regionali Lombarde, proprio come mi era stato detto.

Tutto questo provoca la possibile ingovernabilità del paese, come era stato previsto. Speriamo che le batoste finanziarie che arriveranno in questi giorni convincano la classe politica a trovare un accordo, chiamatelo grande coalizione, governo di salute pubblica, governissimo, etc, per risolvere la situazione e fare la riforma elettorale. Ma subito, prima che la slavina Grillo travolga tutti.
Un caro saluto

Gianfranco

giovedì 21 febbraio 2013

Guerra delle Valute - 2

Cari Amici,
qualche giorno ho accennato fa alla guerra delle valute al vertice del G20 di Mosca. Ufficialmente si parlava di crescita, in realtà si discuteva delle svalutazioni competitive che Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Svizzera praticano per difendere le rispettive esportazioni. Ora arriva la prima conferma di quanto si sosteneva: in America la Federal Reserve potrebbe bloccare il programma di creazione di nuova liquidità (circa 85 miliardi di dollari al mese). Risultato: il dollaro si rafforza mentre le Borse, che per crescere hanno bisogno di liquidità, scendono.
Intanto, qualcuno si rende conto che stampare moneta crea inflazione e pensa di muoversi in direzione opposta. In Italia le perdite di Borsa sono maggiori rispetto al resto del mondo perché si sta innescando la scommessa elettorale che prevede una situazione ingovernabile dopo il voto.
Un caro saluto
                         
Gianfranco

mercoledì 20 febbraio 2013

Scommessa

Cari Amici,
posso azzardare un pronostico elettorale sulla base dei sondaggi che circolano tra gli addetti ai lavori?
Non sono sondaggi di parte bensì di verifiche sul campo pagate da quegli investitori italiani ed esteri che, come al solito, in questi ultimi tre giorni faranno le scommesse finanziarie puntando con i derivati e con altri strumenti  sull'esito elettorale. La vittoria di Bersani e di Monti li spinge a puntare al rialzo del sistema Italia, una situazione di incertezza li invita invece a scommettere al ribasso.
Ecco le previsioni:

PD/SEL                                         30-32 per cento
MOVIMENTO 5 STELLE           20-22 per cento
PDL/LEGA                                   18-20 per cento
PRO MONTI                                    6-8  per cento
RIVOLUZIONE CIVILE                2-3  per cento
FARE - GIANNINO                        1,5  per cento

Queste previsioni, che sono note anche ai politici, spiegherebbero il perchè dei tentativi di ravvicinamento di Pd e Pro Monti al Movimento 5 Stelle e la disperazione del PDL che invece di sorpassare verrebbe sorpassato.
In ogni caso, il quadro politico che uscirà dalle elezioni non sarà per nulla chiaro, soprattutto per quale sarà la composizione del Senato. Nuove elezioni a ottobre? Se così fosse gli investitori si muoverebbero in deciso ribasso. Auguri
Un caro saluto

Gianfranco

venerdì 15 febbraio 2013

Guerra di monete, o della svalutazione competitiva

Cari Amici,
di che si parla in questi giorni al summit del G20 a Mosca? Di ripresa economica, come fanno intendere i commenti ufficiali o, in realtà, di una guerra delle valute che sta coinvolgendo le cancellerie di tutto il mondo? Ma di quest'ultima, ovviamente.
Stati Uniti e Giappone perseguono - chi da sempre come gli USA, chi da pochi mesi come il Giappone - il deprezzamento della propria valuta come strumento per rendere più competitive le proprie merci e alzare il prezzo di quelle degli altri. Sciocchezze direte. Non tanto.
Pensate che in pochi mesi lo yen si è svalutato del 25 per cento contro l'euro e i produttori di macchine, prodotti elettronici e hi-tech made in Japan battono ormai quelli europei. Il Venezuela, ricco di petrolio, ha fatto capire che non ci sta a questi gioco al massacro e ha svalutato la propria moneta del 46 per cento. La Svizzera si è messa a stampare franchi come non mai per impedire alla propria moneta di scendere al di sotto di quota 1,20 contro euro.
La sola Banca centrale impreparata a questo compito è la Bce, che non può stampare moneta. L'Europa è quindi un gigante disarmato che si muoverà soltanto quando le imprese tedesche andranno in crisi a causa di un euro troppo forte. Ci vorrà tempo, però. Prepariamoci a soffrire.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 14 febbraio 2013

Serpente

Cari Amici,
la festa del Capodanno in Cina ha segnato la fine dell'anno del Drago - notoriamente un segno fortunato per le sorti del mondo - e l'arrivo di quello del Serpente che rappresenta proprio l'opposto, l'anno della 'sfiga'.
I maghi del sud est asiatico si stanno profondendo in vaticini e previsioni di ogni genere: chi vede persino una breve guerra nel mese di maggio tra Cina e Giappone per il possesso di quattro isolotti sperduti nell'Oceano (ma con interessanti campi petroliferi nelle vicinanze), chi punta ad una guerra valutaria mondiale, chi ha dato il via il Venezuela svalutando la propria divisa del 46 per cento contro dollaro dalla sera alla mattina, chi guarda alla disintegrazione dell'euro oppure all'inflazione selvaggia provocata dalle Banche Centrali che stanno stampando valuta a tutto spiano. Insomma ce n'è per tutti i gusti.
Non a caso, il crack di Borsa del 1929 e l'11 settembre sono capitati nell'anno del Serpente. Sono fandonie come quella della fine del mondo attribuita ai Maya? Forse sì, lo spero. Ci mancavano gli oroscopari di Chiaravalle per guastare gli umori già depressi per la nostra crisi.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 13 febbraio 2013

Il lavoro

Cari Amici,
dopo la pausa indiana oggi ho ripreso l'attività di volontariato in qualità di insegnante di italiano presso studenti extracomunitari. La classe affidatami è formata da 18 maschi e una sola donna. Prevalgono i cittadini di Egitto, Marocco, Bangladesh, e poi Cina Filippine e Sud America. Volete una misura della crisi che ci sta colpendo? Ebbene, ben 16 studenti su 19, per lo più giovani, non hanno lavoro o lo hanno perso oppure non riescono a trovarlo. Restano in Italia perché sperano di inserirsi prima o poi nelle attività produttive. Qualcuno, in passato impiegato nell'edilizia, sopravvive oggi lavorando come avventizio nei mercati rionali. Oggi ho detto loro di avere fiducia nell'esito delle prossime elezioni, cui non parteciperanno. Ho detto loro che una vittoria delle sinistre potrebbe rilanciare il lavoro nel nostro paese. Lo spero veramente, sia per i miei allievi stranieri che per i giovani italiani.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 11 febbraio 2013

Soglio

Cari Amici,
mi racconta una mia fonte che la decisione del Papa Benedetto XVI di dimettersi è stata provocata, tra le altre cose (la leucemia e gli scandali finanziari) dalla costante tensione che il Papa tedesco ha dovuto subire per ridimensionare il ruolo che la burocrazia papalina di origine polacca aveva assunto con papa Woytila.
Il Pontefice polacco, mi dice la fonte (un prelato che ha vissuto per sei anni in Vaticano e ora si trova nella Confederazione Elvetica), ha operato con grandi meriti sul fronte internazionale, si veda il crollo del sistema sovietico, ma ha dato al clero polacco un peso fortissimo all'interno della nomenclatura vaticana. In pratica, i 30 milioni di cattolici polacchi valevano nelle scelte di politica interna sino a Papa Benedetto più dei 60 milioni di italiani, 60 milioni di francesi, 120 di messicani, 200 di brasiliani, 500 milioni di africani e così via.
Allontanare questa burocrazia polacca non è stato facile per il Papa tedesco che ha dovuto subire una forte resistenza e colpi bassi di ogni genere (anche una minaccia di morte) che alla lunga ne hanno minato la capacità di reagire. Questo mi dice la fonte. Non esprimo giudizi, da marxista estraneo alle lotte del potere ecclesiastico riporto con onestà quanto mi è stato riferito.
Un caro saluto

Gianfranco

venerdì 8 febbraio 2013

Lombardia

Cari Amici,
sono stato ad una riunione dei sostenitori di Umberto Ambrosoli impegnato nella corsa ai vertici della Lombardia. Ebbene, al di là delle frasi di circostanza, l'umore non era dei migliori.
Maroni viene dato in vantaggio di parecchi punti rispetto al rivale che ottiene successi soltanto a Milano e a Bergamo. Per di più, al candidato della sinistra vengono rimproverate la scarsa aggressività delle sue argomentazioni e la poca presenza nei settori vitali della Regione quali la piccola impresa, l'artigianato e il commercio. Insomma, speriamo in un colpo di coda nelle ultime battute, ma per ora la sconfitta di Ambrosoli sembra probabile.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 6 febbraio 2013

Landini

Cari Amici,
un pò sballato dal fuso, il manager Fiat seduto al mio fianco in classe business del volo Dubai-Milano di domenica scorsa (scusate, non viaggio in business ma a seguito   di un overbooking della classe economica mi hanno gratificato con questo privilegio) si lasciava andare a confidenze aziendali di tutto rispetto: « Vede, Landini ha ragione, noi non investiamo più in Italia, puntiamo da tempo sui grandi mercati mondiali come Cina, America, e anche l'India, e puntiamo sulla fascia alta di questi mercati, con marchi prestigiosi come Ferrari, Maserati, Alfa e Chrysler ». Il manager, un ingegnere piemontese grande e grosso, tornava in Italia dopo un viaggio di otto giorni presso lo stabilimento Tata a 200 chilometri a est di Mumbay e non lesinava particolari: « Qui in India vendiamo 75.000 vetture all'anno dei modelli Punto e Linea (una Punto modificata e allungata nella parte posteriore, n.d.r.) realizzati grazie alla collaborazione con Tata. Ma ad aprile resterà in piedi solo l'accordo industriale con Tata, quello commerciale avrà fine, quindi pensiamo di spalancare le porte dell'India a Chrysler, vedi il marchio Jeep, e alla nostra gamma alta. In India ci sono circa 300 milioni di consumatori 'affluenti' e noi puntiamo su quelli. Abbiamo un gruppo di 1.500 ingegneri italiani, americani, indiani e presi a noleggio da consulenti privati che stanno studiando i problemi della guida a destra, che comporta implicazioni meccaniche di rilievo. Appena avremo risolto il caso punteremo in forze sul mercato  più grande del mondo » E L'Italia, mi permetto di chiedergli sottovoce? « Ha ragione Landini, ma non possiamo agire diversamente» ha risposto.
Un caro saluto
                           
Gianfranco