lunedì 28 maggio 2007

IDENTIKIT 2

Cari Amici,


                   Vi trasmetto ancora qualche elemento  sulla questione di cui si é occupato l'ultimo numero di carteBollate, vale a dire i prezzi dei prodotti venduti allo spaccio interno del carcere gestito dalla società Saep. Il testo che segue dovrebbe chiarire il quadro giuridico che riguarda circa 40.000 detenuti delle carceri italiane.


4) Sopravvitto

Riferimenti normativi:

- Legge 26 Luglio 1975, n° 354 (Ordinamento Penitenziario), art. 9, comma 7 (Alimentazione):

"Ai detenuti e agli internati è consentito l’acquisto, a proprie spese, di generi alimentari e di conforto, entro i limiti fissati dal regolamento. La vendita dei generi alimentari o di conforto deve essere affidata di regola a spacci gestiti direttamente dall’Amministrazione Penitenziaria, o da imprese che esercitano la vendita a prezzi controllati dall’autorità comunale.

I prezzi non possono essere superiori a quelli comunemente praticati nel luogo in cui è sito l’Istituto. Una rappresentanza dei detenuti o degli internati, designata mensilmente per sorteggio e integrata da un delegato del direttore, scelto tra il personale civile dell’Istituto, controlla qualità e prezzi dei generi venduti nell’Istituto."

- D.P.R. 29 Aprile 1976, n°431 (Regolamento di esecuzione), art. 12, comma 6 (Controllo sul trattamento alimentare e sui prezzi dei generi venduti nell’istituto):

"La direzione richiede mensilmente all’autorità comunale informazioni sui prezzi correnti all’esterno, relativi ai generi corrispondenti a quelli in vendita da parte dello spaccio e mette a disposizione della rappresentanza dei detenuti e degli internati le informazioni ricevute."

- Circolare D.A.P. 27 Aprile 1988 n° 687465. 1/3 (Sopravvitto detenuti):

"Si invitano le SS. LL. ad eseguire costanti, puntuali e penetranti controlli in ordine al servizio del sopravvitto detenuti. Particolare attenzione dovrà essere posta in merito ai prezzi praticati che, in osservanza all’ultimo comma dell’art.12 del Regolamento di Esecuzione, andranno confrontati con le informazioni sui prezzi correnti all’esterno, richiesti mensilmente all’Autorità comunale locale…"

"La tariffa di tutti i generi posti in vendita [Mod.72], dovrà essere diffusa all’interno delle sezioni, costantemente…"

"Oltre ai suddetti generi come è noto, i detenuti potranno procurarsi, nel rispetto dei limiti di spesa e facendone richiesta mediante la "domandina" [Mod. 393], generi ed oggetti non tariffati…"

"È indispensabile, quindi, che anche i prezzi di tali particolari forniture, vengano controllati da personale incaricato dalle SS. LL., affinché sia verificato che non superino quelli praticati nei negozi più modesti del luogo e che non prevedano alcuna percentuale di aumento…." "Le SS. LL. saranno ritenute personalmente responsabili degli adempimenti sopraindicati.".


Questi i riferimenti normativi. Grazie per l'attenzione


 


                                                                                         l'ex Direttore


 


 

sabato 26 maggio 2007

IDENTIKIT 1

Cari Amici,


                         ma chi è la Saep, la società che gestisce lo spaccio interno nel carcere di Bollate e che pratica ai detenuti prezzi non propriamente in linea con quelli della Esselunga di Baranzate,  contravvenendo  al regolamento carcerario? Abbiamo interpellato il Cerved, il cervellone di Padova che fornisce dati aggiornati su tutte le società italiane e sui loro proprietari.  E questo ci è stato comunicato. Operano in Italia almeno 26 Saep, una per ciascuno dei ventisei  carceri serviti dal gruppo: otto in Lombardia, i tre carceri milanesi, Pavia, Vigevano, Voghera, Monza, Lodi, gli altri nel meridione, soprattutto Sardegna, Basilicata, Campania. La capogruppo, fondata nel 2001,  ha sede  a Balvano , Potenza, capitale versato  479.310 euro,  e come scopo sociale si occupa di forniture a case di pena, convivenze, commercio all'ingrosso di prodotti vari. A sua volta la capogruppo Saep fa capo alla TOTOSI' Holding,  una srl fondata nel 2005 controllata dalla famiglia  Tarricone, e Carlo Tarricone , nato in Venezuela nel 1965, è  l'amministratore unico della Saep capogruppo nonchè della TOTOSI'. Dati di bilancio relativi al 2004 per la Saep: fatturato 18,5 milioni di euro, utili per 24.000 euro, parametri finanziari (Roi, Roe, Ros) del tutto modesti. 


Carlo Tarricone è anche amministratore delegato di alcune società, quali GIOCO 2000, MEDUSA, TOTOCAROVIGNO di Roma, TOTOCASTROVILLARI, TOTO SANVITO DEI NORMANNI, che gestiscono attività riguardanti il gioco d'azzardo. In pratica, la Saep e le sue consorelle operano grazie agli appalti pubblici, forniture di prodotti alimentari alle carceri italiane, e alle licenze anch'esse concesse dallo Stato per la gestione del  gioco d'azzardo


In conclusione, ci si augura che la Saep si comporti  negli altri 25 carceri in cui opera in maniera più regolare rispetto a quanto succede a Bollate. Ma è proprio così?


 


                                                          l'ex Direttore

venerdì 25 maggio 2007

ULTIMO NUMERO CARTEBOLLATE

Cari Amici,


 


                             dopo una lunga assenza l'ex direttore è nuovamente operativo (che brutta parola, ma pare che oggi si dica così). Grazie alla collaborazione di tutti è stato caricato sul blog l'ultimo numero del giornale. Per leggerlo dovete cliccare sulla prima icona dell'archivio e si aprirà il numero '4', che porta in copertina un disegno riguardante i cavalli. A giudizio dell'ex direttore il pezzo forte del numero è costituito dall'articolo su 'Carcere e soldi', riguardante i prezzi praticati dalla società che gestisce lo spaccio interno del carcere. Questi prezzi, basta vedere le tabelle, in alcuni casi risultano superiori a quelli praticati nel vicino supermercato Esselunga di Baranzate. Ricordiamo che in base al regolamento carcerario i prezzi dovrebbero essere allineati.  Buona lettura.


 


                l'ex Direttore                                               

giovedì 10 maggio 2007

DIMISSIONI/2

Cari Amici,


 


                  ieri l'ex Direttore ha consegnato di persona la lettera di dimissioni 'irrevocabili' da Direttore della testata carteBollate al presidente della Associazione Cuminetti, che ne é l'editore. Le dimissioni sono state accettate. Cinque rappresentanti dell'Associazione e l'ex direttore hanno quindi preso parte ad una riunione con la redazione che ha preso atto dell'accaduto. Tanti auguri al nuovo Direttore e ai redattori.


 


                                                   l'ex Direttore

martedì 8 maggio 2007

Adriano Todaro

riceviamo e pubblichiamo


 


Sono il precedente direttore di carteBollate, Adriano Todaro. Leggo con stupore che le dimissioni di Gianfranco Modolo, adombrate giovedì scorso, oggi sono definitive. Nella scorsa riunione di redazione avevamo stabilito un percorso che aveva come punto centrale la riunione di giovedì 10 maggio con l’Associazione Cuminetti, formalmente editore del giornale. Sembra che in questo lasso di tempo ci siano stati altri incontri così da arrivare alle dimissioni non più adombrate, ma reali. Questo è un metodo inusuale perché la redazione doveva conoscere tutte le fasi (e partecipare) delle varie riunioni. Sono convinto che ci sia ancora spazio per discutere di questa brutta vicenda e tentare una mediazione che non significa capitolazione da parte di qualcuno, quanto piuttosto chiarezza sul proprio operato. Quando si dà una notizia deve sussistere il principio e il requisito dell’essenzialità dell’informazione. Su questo dobbiamo discutere, su questo e sulla rettifica che Modolo ha fatto il giorno seguente. Sta a noi decidere se questo giornale deve continuare ad esistere, se la grande esperienza e la potenzialità che hanno acquisito in questi anni i detenuti-redattori deve continuare o meno. Non soltanto per loro, ma anche per chi, sfortunatamente, verrà in seguito in questo carcere. Sta a noi tutti − direttore del giornale, redattori, editore, direzione del carcere − decidere se far trovare a loro il deserto comunicativo, oppure uno strumento importante per la loro crescita. Non ringrazio Gianfranco Modolo perché, ripeto, credo ci sia ancora spazio di recupero ed io, giovedì 10 maggio, sosterrò queste tesi. Termino ricordando solo che la libertà d’informare e di essere informati è diritto costituzionale. La democrazia in un Paese moderno, si misura su queste libertà. Senza questi diritti, non c’è democrazia. Quando chiude un giornale, muore sempre un pezzetto di libertà.


Adriano Todaro

lunedì 7 maggio 2007

Dimissioni

Cari Amici,
questa sera un esponente dell'Associazione Cuminetti, proprietaria del giornale carteBollate,  ha comunicato al Direttore che a seguito della notizia data in modo erroneo del morto in carcere della scorsa settimana si rendono indispensabili le sue dimissioni. Il Direttore ha accettato la richiesta dell'Associazione Cuminetti, di cui è socio. Con la pubblicazione del prossimo numero di carteBollate, cui farà seguito il  supplemento in lingua araba, attualmente in fase di stampa, cessa  la collaborazione del Direttore con la redazione del giornale. A Bollate il Direttore era arrivato il settembre scorso a seguito delle dimissioni del precedente responsabile, Adriano Todaro.

Il Direttore ringrazia quanti hanno collaborato con lui in questi mesi per redigere il giornale, i redattori interni, il  grafico Alessandro De Luca, Adriano Todaro, Francesco Rocchi, chi ha donato computer, chi ha fornito assistenza tecnica e morale, chi ha suggerito idee come Franco Corleone, Paolo Gambescia, Gaetano Pecorella, e tanti altri. Ringrazia anche il giornale la Repubblica che ha fornito alla redazione gli strumenti indispensabili per restare aggiornati e ha contribuito non poco a creare un'atmosfera positiva intorno al problema della detenzione. Ringrazia anche gli amici che hanno fornito il supporto tecnico per la realizzazione di questo blog, che come il giornale passerà sotto la gestione del nuovo Direttore, al quale vanno già sin da ora i migliori auguri.

L'ex Direttore

giovedì 3 maggio 2007

RETTIFICA

Cari Amici


 


                        in merito alla notizia di ieri sul decesso avvenuto il 30 aprile scorso nel carcere di Bollate, si precisa che si tratta del quarto morto dall'inizio dell'attività del carcere, e non dall'inizio dell'anno come erroneamente riportato.  Egualmente erronea era la notizia di detenuti che avevano riportato lesioni permanenti per effetto di tentati suicidi. Ci scusiamo con i lettori, con l'amministrazione del carcere e con i detenuti per quanto avvenuto, aggiungendo che episodi del genere non avranno più occasione di verificarsi.


                                                      Il Direttore


                                       

mercoledì 2 maggio 2007

UN ALTRO MORTO A BOLLATE

Cari Amici,


 


                                 Antonio Diviccaro 28 anni, tossicodipendente, ospite del secondo reparto del carcere di Bololate,  é mancato  nel reparto Infermeria il 30 aprile scorso. Causa del decesso: probabilmente una sincope cardiorespiratoria dovuta ad un afflusso eccessivo di gas uso cucina che i detenuti aspirano da una bombola dopo aver avvolto il capo in un sacchetto di plastica per provare emozioni 'forti'. Un uso improprio del gas  che solo a Bollate ha già provocato dall'inizio dell'anno quattro morti e lesioni permamenti ad  un altro numero imprecisato di reclusi. Non si sa se la morte di Diviccaro sia stata provocata da un uso errato del gas (un'assunzione troppo forte e prolungata) oppure dalla sua volontà di farla finita. Sarà un'inchiesta ufficiale a chiarire il dubbi. Diviccaro, che sarebbe uscito l'anno prossimo, lascia moglie e un figlio di 18 mesi, ai quali vanno le sentite condoglianze della redazione di carteBollate.


 


                                                                                           Il Direttore

martedì 1 maggio 2007

DDR KAPUTT

Gelobte Freunde,


                       Il Direttore ha visto il film 'La vita degli altri' ed è ringiovanito di 40 anni, rivivendo i luoghi, i colori, le sensazioni di quando studiava a Berlino e doveva convivere con la Stasi che registrava e spiava tutti gli studenti stranieri che vivevano nella capitale tedesca. Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio di vedere questo film di ampio respiro e con un ritmo serrato e avvincente. Chiederete: perché il Direttore si professa ancor oggi 'marxista' nonostante' l'atmosfera terribile che esala da questa  ricostruzione del socialismo reale  che non è contestabile perché del tutto veritiera? Ma perchè la DDR, come l'Urss e gli altri sistemi comunisti dell'Europa orientale, di Cina e Corea  non hanno voluto cogliere  gli aspetti nobili dell'ideologia marxista, ma l'hanno deformata, stravolta, corrotta a uso e consumo delle proprie classi dirigenti sino alle degenerazioni che hanno poi causato la fine di quei regimi. Speriamo che il prossimo esperimento di  stato sociale eviti gli errori delle trascorse generazioni.


                Hochachtungsvoll, aber nicht zur Befehl


                                                                            Der Direktor