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mercoledì 16 gennaio 2013

Il Comunista

Cari Amici,
riflessioni quasi oziose di un pomeriggio sotto il cielo dell'India.
Vi siete mai chiesti come mai, negli ultimi 20 anni, in Italia il potere politico si trovi quasi sempre nelle mani di persone uscite dal mondo dell'economia? Elenco Dini, Ciampi, Prodi, Berlusconi, Monti, Tremonti; solo D'Alema ha interrotto la sequenza del potere economico su quello politico. Queste sono a mio giudizio le conseguenze del ruolo che l'economia svolge nei confronti di quelle che una volta erano chiamate "scienze sociali".
In pratica ci si attende qui da noi, ma non solo, che chiunque gestisca qualcosa di importante, vedi la politica, debba avere una base culturale economica o per lo meno dimestichezza con i suoi prìncipi liberali. Non c'è che dire, questi sono i guasti del liberismo sfrenato degli ultimi trent'anni che in Italia non ha trovato alcun freno.
In base al liberismo, gli uomini non sono che attori egoisti decisi a calcolare come ottenere il massimo vantaggio in ogni situazione, il massimo profitto o il massimo piacere e la felicità con il minor sacrificio. Insomma, ogni atto della nostra vita quotidiana è un investimento che non lascia spazio a morale, compassione, reciprocità, solidarietà, giustizia. Non sono d'accordo con questa visione del mondo.
Direte: sei un utopista, un illuso, un visionario, peggio ancora, un comunista. Ebbene, se comunismo vuol dire credere in questi valori come priorità di vita, allora sono comunista, e sono fiero di esserlo.
Un caro saluto
                            
Gianfranco

mercoledì 28 novembre 2012

Ancora Ilva

Cari Amici,
oggi un tornado ha colpito lo stabilimento di Taranto dell'Ilva, causando presunte perdite umane e gravi danni agli impianti. Anche la natura è matrigna nei confronti della più grande acciaieria europea.
Ma veniamo alla storia per capire quanto sta accadendo.

La privatizzazione dell’Ilva, iniziata nel 1995, è stata condotta in modo disastroso per lo Stato. C'è stata la complicità dell’Iri e dei politici che a quel tempo guidavano il paese, vale a dire Lamberto Dini, Massimo D'Alema e Romano Prodi, nonchè di Silvio Berlusconi che era all'opposizione ma stipulò un patto scellerato con chi governava: voi privatizzate e rubate, ma non fate la legge sul conflitto di interessi. E di fatto, dopo 17 anni, quella legge non è ancora all'orizzonte. Il dolo ovviamente è da dimostrare, non il prezzo delle sofferenze che sono ricadute sulle famiglie e le responsabilità politiche. 

Il ragionier Emilio Riva per accaparrarsi il fiore all’occhiello dell’industria siderurgica italiana sborsò 1.460 miliardi di lire, ai quali si dovevano sommare i 280 miliardi di utili derivanti dall’esercizio dei primi 4 mesi del 1995. Si diceva allora che il prezzo corrispondesse a «un decimo del valore di mercato» dell'Ilva, più o meno in media con le altre grandi privatizzazioni, Telecom, Autostrade, Autogrill e le banche. Comunque, Riva non pagò neppure quello perchè contestò immediatamente lo stato di salute degli impianti. Insomma, il solito film: perdite pubbliche e utili privati.

Il caso Ilva dimostra la totale incapacità e corruzione di questa classe politica. Non dimentichiamo che Bersani è stato ministro dell'industria dal 1996 al 1999: è mai possibile che non abbia saputo nulla di Taranto e del furto che si stava perpetrando ai danni dello Stato? E ora vorremmo affidare il potere a questa gente? Che si impicchino.
 Un caro e indignato saluto

Gianfranco

N.B. non simpatizzo per Renzi, ma se fossi nei suoi panni, questa sera farei a Bersani un mazzo tanto proprio sull'Ilva.

lunedì 19 marzo 2012

Gutta cavat...

Cari Amici,
Il Fatto Quotidiano pubblicherà un mio pezzo sul caso dei derivati, pezzo nel quale faccio i nomi dei ministri del Tesoro che hanno ricoperto l'incarico dal 1994 ad oggi. Ci sono nomi eccellenti: Ciampi, Barucci, Dini, Amato, Padoa Schioppa, Tremonti. Questi signori dovevano essere al corrente del contratto con Morgan Stanley, sempre che non siano stati presi di sorpresa da qualche iniziativa voluta dal direttore generale del Tesoro del 1994, Mario Draghi, e dal suo assistente Vittorio Grilli.
In che mani siamo finiti dunque? E nessuno dice nulla. Spero che alla fine la verità emerga.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

domenica 18 marzo 2012

Tutto tace

Cari Amici,
i banchieri hanno provocato un buco nelle finanze italiane, ma nessuno li accusa, tutto tace. É incredibile il silenzio dei media su questa vicenda. Chi sono i responsabili impuniti, di questo saccheggio di Stato da 25 miliardi di euro?
Nel 1994 in Italia operarono due governi, sino al maggio quello di Carlo Ciampi, ministro del Tesoro  Lamberto Dini, che era stato il suo direttore generale in Bankitalia. Da giugno a dicembre abbiamo il governo Berlusconi, ministro del Tesoro Piero Barucci, banchiere, ex Ad di Credito Italiano. Governatore di Bankitalia Antonio Fazio, si, proprio lui, quello del bacio al banchiere lodigiano Fiorani.
Dunque, tre gli uomini che hanno approvato e gestito l'operazione capestro: Fazio, Dini e Barucci, con l'appoggio di Vittorio Grilli che all'epoca era responsabile delle analisi finanziarie del Tesoro. Sono terribilmente indignato.
Questi la fanno franca in un Paese dover ormai si uccide per 100 euro.
Un caro saluto

                             Gianfranco