Visualizzazione post con etichetta eurobonds. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta eurobonds. Mostra tutti i post

sabato 18 maggio 2013

Moscovici

Cari Amici,
la Banca del Giappone compra il debito statale prima della sua scadenza naturale e mette in circolo miliardi di yen che svalutano la moneta ma rilanciano export ed economia. Identico il comportamento di Federal Reserve, Bank of England e banca centrale svizzera.

Adesso anche in Europa qualcosa si muove, si legga l'intervista di Pierre Moscovici al Corriere di oggi. Si torna a parlare di eurobond, ovvero quei titoli europei che andrebbero a sostituire i debiti dei singoli stati europei. Eurobond che la Bce potrebbe poi acquistare come fanno le altre banche centrali per mettere capitali freschi in circolo e rilanciare l'economia. Si tratta di progetti ragionevoli, il cui obiettivo è dare lavoro ai giovani e svalutare con l'inflazione i patrimoni dei vecchi europei.
Non illudiamoci, per quattro mesi, sino alle elezioni tedesche tutto resterà fermo. Poi si vedrà.
Un caro saluto e buona fine di settimana
                                                                           
Gianfranco

giovedì 28 giugno 2012

L'untorello

Cari Amici,
più la Cancelliera dice no agli eurobonds, più cresce il suo consenso presso gli elettori tedeschi, almeno un punto a settimana. Ecco perchè credo che dal vertice in corso a Bruxelles uscirà ben poco.
L'untorello Monti, che vuole ricattare la Germania con la Tobin Tax in cambio di misure antispread, verrà a casa a mani vuote. Forse, come unica consolazione, otterrà qualcosa sul fronte bancario ma poco o nulla sul fronte del debito.
Intanto il Pil sprofonda e di ripresa non si vede neppure l'ombra.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 27 giugno 2012

Week end

Cari Amici,
non so se Mario Monti riuscirà a portare a casa qualcosa nonostante la sua disponbilità a trattare ad oltranza. So però che la signora Merkel ha detto che non si deve puntare a soluzioni veloci, come sarebbe quella degli eurobond. Questi sono obbligazioni emesse congiuntamente dai paesi europei dell'euro con apporti basati sul peso specifico delle singole economie, che andrebbero  a sostituire gli 8.500 miliardi di euro di debito pubblico europeo (di cui 1.950 dell'Italia). Diciamo che se la Germania vale il 30 per cento del Pil europeo, si deve accollare almeno 2.500 miliardi di questi eurobond, mentre l'Italia, che vale il 16 circa, se ne accollerebbe 1.300, con un indubbio vantaggio per i suoi conti.
Di qui la riottosità dei tedeschi, che non intendono pagare per gli evasori fiscali italiani, mentre i francesi non sembrano disposti a sacrificare la loro sovranità in cambio di un possibile aiuto tedesco. Così l'Europa è in preda agli egoismi e non si approderà a nulla. Unica soluzione possibile, suggerita ancor oggi dall'Herald Tribune, sarebbe l'uscita della Germania dall'euro.
Poche illusioni quindi per questo fine settimana: credo che i tedeschi vinceranno gli europei di calcio e anche quelli della finanza.
Un caro saluto

Gianfranco

venerdì 25 maggio 2012

L'eurobond

Cari Amici,
a proposito di eurobond: «Pensare che le emissioni di debito comune nell'eurozona possano risolvere la crisi è "un'illusione"». Lo ha detto il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, in un'intervista al quotidiano francese Le Monde. Secondo Weidmann i Paesi che utilizzano la moneta unica dovrebbero unire i propri bilanci prima di pensare agli "eurobond" e, inoltre, il numero uno della Banca centrale tedesca ha respinto anche l'idea dei project bonds per investire in infrastrutture. Quali sarebbero gli effetti dell'emissione di eurobond? Semplice: i nuovi titoli consentirebbero a tutti paesi dell'eurozona di godere dello stesso rating della Germania, così i costi di rifinanziamento dei debiti dei Piigs costerebbero meno, molto meno, e i paesi potrebbero investire in sviluppo. Salirebbero invece i costi del debito tedesco, di almeno 50 miliardi di euro all'anno: 500 miliardi in dieci anni. Naturalmente a Berlino a questa ipotesi non ci pensano proprio. Fine della storia, dunque. E dell'euro.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

venerdì 6 gennaio 2012

Nebbia fitta

  Cari Amici,
dalla fitta nebbia che da tempo cela al grande pubblico i retroscena di quanto avviene in materia di pubblica finanza esce finalmente un raggio di sole. Lo riferisce il Wall Street Journal. Leggiamo: «Anche dopo che le banche europee hanno venduto titoli di stato (di Grecia, Portogallo, Italia e Spagna) in loro possesso, l’esposizione delle banche al debito governativo dei 27 paesi europei rimane  a circa 2600 miliardi di euro, pari al 7,5 per cento del totale degli attivi bancari. Per confronto, il debito del Tesoro degli Stati Uniti rappresenta circa l’1,25 per cento del totale degli attivi bancari». Da questo dato si comprende perché il flusso di vendite sui titoli di stato sia una diga con una crepa che potrebbe schiantarsi da un momento all’altro, producendo un diluvio di vendite che, in assenza di domanda di mercato, può fare esplodere rendimenti e spread. Unica alternativa, aggiungo, è la creazione di eurobonds garantiti dalla Bce che vadano a sostituire i bonds sovrani oggi in circolazione. E la Germania, che sino a poco fa si opponeva, oggi chiude gli occhi di fronte alle mosse della Bce che vanno proprio verso l'inflazione.
Un caro saluto, un buon fine settimana e un buon anno (repetita iuvant).

Gianfranco