venerdì 30 marzo 2012

Ah, le banche spagnole

Cari Amici,
la Spagna preoccupa, soprattutto i suoi creditori esteri. Il debito pubblico di Madrid, pari a circa 760 miliardi di euro (meno del 70 per cento del Pil, contro il 120 dell'Italia) si trova principalmente in mani straniere. In particolare, stando ai dati della Bri, 40 miliardi sono il debito spagnolo nelle mani delle banche del Regno Unito, 140 negli Stati Uniti, 170 miliardi in Francia e 190 miliardi – sorpresa – in Germania.
Ma più di tutto a preoccupare i creditori stranieri sono i debiti privati, per lo più mutui fondiari il cui sottostante, ovvero il patrimonio immobiliare, continua a perdere valore (-14 per cento soltanto il mese scorso). Di qui l'accentuarsi delle tensioni finanziarie.
E le banche spagnole, proprietarie di questo patrimonio immobiliare che vale sempre meno, rischiano il peggio.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 29 marzo 2012

Ancora la Grecia

Cari Amici,
ci risiamo con la Grecia.
Standard and Poor's dice che il paese dovrà nuovamente ristrutturare il suo debito, prima o poi, ma dovrà farlo. Atene si è mossa con i creditori privati, ai quali doveva 206 miliardi di euro, con l'accordo di inizio mese: ne restituirà il 20 per cento circa tra 30 anni. Però ne restano 160 circa con i creditori pubblici: Fondo Monetario, Unione Europea e Stati diversi, tra cui l'Italia per 8 miliardi. Difficilmernte questi potranno ottenere più del 20 per cento concesso ai privati, perchè si aprirebbero cause in tutto il mondo: in questi casi i creditori di un fallimento sono uguali di fronte alla legge, non esistono i privilegiati e i chirografari. Così mentre all'orizzonte si stagliano i casi di Portogallo e Spagna non spariscono le nuvole della Grecia. Purtroppo dovremo tenercele ancora per molto tempo.
Un caro saluto

Gianfranco

Il calcio nel pallone

Cari Amici,
leggo dalle agenzie: nella stagione 2010-2011 le squadra di calcio della Serie A hanno aumentato i loro debiti del 14 per cento, portandoli a 2,6 miliardi. Aggiungiamo la bufera giudiziaria che si sta addensando sul mondo del calcio dopo che i due slavi arrivati in Italia hanno iniziato a cantare di fronte ai magistrati. È proprio il caso di dire: il mondo del calcio è entrato nel pallone.
Un caro saluto

Gianfranco
                               

mercoledì 28 marzo 2012

Viva la tecnica..

Cari Amici,
«Nonostante alcuni giorni di declino a causa delle nostre misure sul lavoro - ha spiegato il primo ministro Mario Monti in visita a Tokio - questo governo sta godendo un alto consenso nei sondaggi, i partiti no». Siamo forse di fronte a prove di dittatura tecnica? Monti ha ragione: appena i partiti rialzano la testa parte la clava dello spread e tutto rientra. Altro che prove: ormai siamo di fronte al fatto compiuto.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 27 marzo 2012

Traballa, traballa, traballa ma non cade

Cari Amici,
nubi sul governo Monti? Solo in apparenza credo, per creare confusione di fronte al Paese.
Se si andasse alla crisi di governo con le dimissioni del premier vedremmo lo spred salire a quota 500 nel volgere di due giorni, mentre l'euro inizierebbe a traballare ferocemente.
Di fronte alle dure realtà del Paese (inflazione, disoccupazione, ristagno economico) la nostra classe dirigente si balocca con l'art. 18 e con le liberalizzazioni, che a poco servono, dimostrando così la sua incapacità di trovare soluzioni. 
Da Monti e dai suoi discepoli il Paese si attendeva di più, ma non si può cavare sangue da una rapa. Quando mai un banchiere ha fatto gli interessi dei meno abbienti?
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 26 marzo 2012

Cui prodest?

Cari Amici,
L'Inkiesta scrive che per salvare l'euro gli Stati europei hanno investito sino ad oggi quasi mille miliardi di euro (266 la Germania, 166 l'Italia, tra gli altri). Con che risultati? Ecco, qui varrebbe la pena di aprire il dibattito. A chi è giovato investire tutti questi soldi per salvare una moneta che molti ormai definiscono un morticino vestito bene? In Germania ci stanno ripensando: se sino ad oggi l'euro ha contribuito non poco a risolvere i problemi economici determinati dalla riunificazione, ora la moneta unica comincia a costare troppo.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

venerdì 23 marzo 2012

Wir leben Autos

Cari Amici,
il Wall Street Journal scrive che General Motors potrebbe abbandonare l'Europa, dove opera con i marchi  Opel e Chevrolet. Sono pronto a scommettere che Marchionne si farà avanti per papparsi Opel, quella di Wir leben Autos. E potrebbe anche farcela.
Un caro saluto e un buon fine settimana.

Gianfranco

Gattopardi

Cari Amici,
nella riforma del lavoro trionfa lo spirito del Gattopardo: cambiare tutto perché nulla cambi.
Dopo tanto discutere al tavolo Governo-parti sociali, le nuove norme rendono ancora più incerto l'esito dei licenziamento dando un forte potere ai giudici, non si allarga la copertura degli ammortizzatori sociali e non si costruisce un nuovo canale d'ingresso che gradualmente stabilizzi i lavoratori precari.
Condivido perfettamente questa affermazione di Tito Boeri: l'articolo 18 è un falso problema.
Intanto lo spread risale perchè si teme una crisi di governo, che potrebbe scoppiare proprio per l'articolo 18. Insomma, una crisi seria per un problema fasullo.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 22 marzo 2012

I furboni del quartierone

Cari Amici,
niente, non succede niente. Sembra un muro di gomma.
Accusiamo la classe politica dirigente di occultare la verità sul buco di 24 miliardi di euro reso noto negli ultimi giorni ma nessuno risponde. Li ho provocati  con un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano (per leggerlo, clicca qui) che ha avuto parecchi commenti e adesioni, ma nessun politico, ad oggi, ha presentato un'interpellanza alla Camera o al Senato per chiedere ragione di quanto avvenuto. Non accade nulla.
Al confronto di questi marpioni, i furbetti del quartierino alla Ricucci fanno sorridere: sono dei dilettanti. I banchieri, centrali e privati, fanno colpi da centinaia di milioni, se non di miliardi di euro (ricordatevi del caso Unicredit) e nessuno dice nulla. Loro sono i furboni del quartierone e noi i truffati. Parafrasando Beppe Grillo, dico: loro non si arrenderanno mai, noi nemmeno.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 21 marzo 2012

Scarmazzo

Cari Amici,
sapete quanti furono i prigionieri liberati nell'assalto alla Bastiglia, atto di inizio della Rivoluzione Francese? Diciassette, di cui otto detenuti comuni. In compenso nessuno ricorda che ogni grande battaglia napoleonica costava almeno 30/40.000 decessi e altrettanti feriti e invalidi.
Mi direte, perchè tutto questo? Perchè nella vertenza dell'art. 18 che riempie i media in questi giorni trovo le stesse coincidenze. Si parla di tutela del diritto dei lavoratori, ma non si dice che lo scorso anno i dipendenti riammessi in azienda dopo una vertenza giudiziaria sono stati 50, ripeto 50. Si fa una grande scarmazzo, per dirla alla Montalbano, su di loro mentre nulla si dice dei 4 milioni di giovani di "senza lavoro" e degli 8 milioni di precari e di partite Iva taroccate.

Morale: tra governo e sindacati, chi tratta in questo momento a Roma, qualcuno conosce bene la storia e qualcuno, invece, la ignora. Qualcuno punta ad ottenere una riforma che avrà ben pochi esiti sul mercato del lavoro ma otterrà grossi risultati d'immagine in Europa. Insomma, siamo di fronte a gente che conosce la storia e gente che la ignora.
E credo che l'algido Monti sia tra i primi.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 20 marzo 2012

Dopo Atene, Lisbona?

Cari Amici,
nonostante le continue rassicurazioni del governo di Lisbona sulla solidità dei conti pubblici (l'ultima è di ieri)  fonti informate mi dicono che entro breve tempo, da uno a tre mesi, il Portogallo potrebbe seguire l'esempio della Grecia ed avviare la procedura di un 'default' ordinato. Lisbona chiederebbe le stesse condizioni ottenute da Atene: taglio di 54 per cento del valore facciale del proprio debito verso i creditori privati (in realtà 75 per cento), negoziati per i creditori pubblici (Bce, FMI e Stati) nonchè un nuovo prestito nell'ordine di 60-70 miliardi.
Il default ordinato del Portogallo getta dubbi su come Unione Europea e Fondo Monetario hanno gestito la crisi debitoria. Il Portogallo è stato infatti il paese che meglio di altri ha applicato le ricette dell'austerità, delle privatizzazioni, dei tagli alla spesa pubblica. Eppure non si salva.
Vuol forse dire  che le ricette sono sbagliate e che bisogna cambiarle?
Un caro saluto

Gianfranco

Francia

Cari Amici,
sull'Europa spira il vento della violenza xenofoba di destra, come dimostrano i fatti di Francia. Non sarà facile controllarla, in parte perchè nei tempi difficili come gli attuali le parole d'ordine dei più deboli sono quelle della destra: Dio, patria e famiglia. E poi perchè dopo 30 anni di TV commerciale, di rincretinimento consumistico e di abolizione di ogni valore sociale la strada della compassione, della compartecipazione, dell'appoggio morale è rimasta patrimonio di poche organizzazioni religiose e di volontariato. Sul resto è meglio stendere un velo pietoso.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 19 marzo 2012

Gutta cavat...

Cari Amici,
Il Fatto Quotidiano pubblicherà un mio pezzo sul caso dei derivati, pezzo nel quale faccio i nomi dei ministri del Tesoro che hanno ricoperto l'incarico dal 1994 ad oggi. Ci sono nomi eccellenti: Ciampi, Barucci, Dini, Amato, Padoa Schioppa, Tremonti. Questi signori dovevano essere al corrente del contratto con Morgan Stanley, sempre che non siano stati presi di sorpresa da qualche iniziativa voluta dal direttore generale del Tesoro del 1994, Mario Draghi, e dal suo assistente Vittorio Grilli.
In che mani siamo finiti dunque? E nessuno dice nulla. Spero che alla fine la verità emerga.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

domenica 18 marzo 2012

Tutto tace

Cari Amici,
i banchieri hanno provocato un buco nelle finanze italiane, ma nessuno li accusa, tutto tace. É incredibile il silenzio dei media su questa vicenda. Chi sono i responsabili impuniti, di questo saccheggio di Stato da 25 miliardi di euro?
Nel 1994 in Italia operarono due governi, sino al maggio quello di Carlo Ciampi, ministro del Tesoro  Lamberto Dini, che era stato il suo direttore generale in Bankitalia. Da giugno a dicembre abbiamo il governo Berlusconi, ministro del Tesoro Piero Barucci, banchiere, ex Ad di Credito Italiano. Governatore di Bankitalia Antonio Fazio, si, proprio lui, quello del bacio al banchiere lodigiano Fiorani.
Dunque, tre gli uomini che hanno approvato e gestito l'operazione capestro: Fazio, Dini e Barucci, con l'appoggio di Vittorio Grilli che all'epoca era responsabile delle analisi finanziarie del Tesoro. Sono terribilmente indignato.
Questi la fanno franca in un Paese dover ormai si uccide per 100 euro.
Un caro saluto

                             Gianfranco

sabato 17 marzo 2012

Ringraziamenti

Cari Amici,
dalla lettura dei giornali non si è capito su chi deve cadere la responsabilità del buco di 31 miliardi di dollari, circa 25 miliardi di euro, aperto nelle già dissestate casse dello Stato.
Nel 1994, anno della manovra, abbiamo avuto due governi: sino ad aprile quello di Carlo Azeglio Ciampi, da maggio alla fine dell'anno quello di Silvio Berlusconi.
Pensate che questa sofisticata operazione finanziaria di swap-options possa rientrare nelle conoscenze specifiche di  un immobiliarista d'assalto,  tycoon TV  e politico rampante in odore di mafia di Arcore o in quelle di un ex governatote di Bankitalia passato alla politica?
Anche se la manovra fosse stata approvata in epoca berlusconiana la sua progettazione deve essere stata effettuata in Bankitalia e al Tesoro all'epoca Ciampi. 
Ringraziamo dunque i nostri vertici bancari e politici per questo ennesimo salasso che ricade su tutti noi.
Un caro saluto e un buon fine settimana
                                                                                      Gianfranco

venerdì 16 marzo 2012

Sorpresa

Cari Amici,
oggi si viene a sapere che negli anni '90 qualcuno in Italia aprì contratti derivati, credo di tipo monetario, sui quali il nostro ministero del Tesoro ha perso sino ad oggi 31 miliardi di dollari. Non solo, soltanto lo scorso anno questi contratti hanno provocato perdite per 3,4 miliardi, metà di quanto raccolto con l'ultima manovra fiscale, e non sono stati rinnovati perchè troppo onerosi. Chi ha stipulato questi contratti ghigliottina che ci hanno dissanguato? E perchè lo abbiamo saputo da notizie di stampa e non dai vari governi che si sono succeduti e che hanno rinnovato le operazioni? Credo che qualcuno si arrabbierà molto per queste perdite.
Quali altre sorprese ci riserveranno i conti pubblici?
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 15 marzo 2012

Ci risiamo

Cari Amici,
chissà che mazzo i politici italiani, estromessi dalle leve del potere da tre mesi, faranno al governo Monti dopo questa notizia: nuovo record per il debito pubblico italiano che, secondo i dati contenuti nel Supplemento al Bollettino Statistico «Finanza Pubblica, fabbisogno e debito» della Banca d'Italia, a gennaio ha toccato la soglia di 1.935,829 miliardi di euro, in rialzo di 37,9 miliardi rispetto ai 1.897,946 miliardi registrati a dicembre 2011. 
La cura del professore, i tagli, la lotta all'evasione, il calo dello spread,  i risparmi nella gestione, l'austerità, il ritrovato prestigio internazionale  non sono serviti a nulla: il debito non solo persiste ma aumenta a ritmi impressionanti, 2 per cento al mese.  Di questo passo faremo la fine della Grecia in un anno, dice la banda Bassotti. E' bene che Monti se ne vada e si  torni a votare.
Che si prevede dunque di fronte a questo rotrovato attivismo politico? Crisi di governo, elezioni, spread in rialzo. Insomma, il solito girone infernale.
Un caro saluto

Gianfranco

Recessione

Cari Amici,
la congiuntura non tira in Eurolandia, anzi. La Bce ha rivisto al ribasso le stime sul Pil dell'eurozona. Nelle proiezioni contenute nell'ultimo bollettino mensile, la variazione attesa è compresa tra una flessione dello 0,5% e un incremento dello 0,3% nel 2012 e uno 0,0% e un +2,2% nel 2013. Non solo: in febbraio le immatricolazioni di auto sono calate del 9,2 per cento rispetto a un anno fa. Al di là dei trionfalismi finanziari la sostanza economica non cambia: siamo in piena recessione e nessuno fa nulla per uscire dalla spirale negativa.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 14 marzo 2012

Dopo i Piigs

Cari Amici,
leggo dalle agenzie: L'agenzia di rating Fitch conferma la tripla 'A' al debito pubblico britannico ma cambia l'outlook da 'stabile' a 'negativo'.  A peggiorare l'outlook la constatazione che il deficit è secondo per dimensioni solo a quello Usa.  Insomma, dopi i Piigs è la volta della Gran Bretagna ad entrare nel mirino delle agenzie di rating. Poi sarò la volta del Belgio.
Il girone infernale è soltanto agli inizi.
Un caro saluto

Gianfranco

martedì 13 marzo 2012

Contrasti

Cari Amici,
scoppia il conflitto tra la Bce di Mario Draghi e il governo tedesco.
La Banca Centrale Europea ha bisogno di un piano di rientro dei massicci prestiti concessi agli istituti di credito per evitare che si concretizzino i rischi legati all'inflazione. A dirlo è il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, secondo il quale le misure prese da Draghi  erano "in una certa misura inevitabili", ma devono essere mantenute "entro limiti giustificati". Insomma, i circa 1.000 miliardi messi in circolazione dalla Bce con le due operazioni di Ltro (long term refinancing operations) per sostenere le banche accendono il rischio di inflazione, rischio che ai tedeschi non piace.
E' la prima volta che Draghi viene ufficialmente criticato da Berlino. Ma fonti bene informate mi dicono che in privato vi siano stati non pochi scontri tra l'ex banchiere d'affari e l'ortodossia finanziaria tedesca.
Un caro saluto

Gianfranco

Un punto

Cari Amici,
a Bruxelles la Spagna, che vanta un tasso di disoccupazione giovanile del 40 per cento, ha fatto la voce grossa  e ha ottenuto dalla UE la possibilità di non rispettare gli accordi sul rapporto deficit/pil per il 2012. Invece di un deficit del 4,4 per cento imposto dalla UE per quest'anno (in calo dal 5,8) previsto) potrà fermarsi al 5,3 per cento. Noccioline, direte. Mica tanto.
Se l'Italia disponesse di un punto di Pil, cioè lo sconto concesso alla  Spagna, pari a 16 miliardi di euro, potrebbe creare di colpo 800.000 nuovi posti di lavoro al costo di 20.000 euro l'uno. Avremmo più inflazione ma 800.000 disoccupati in meno. Quanti drammi famigliari, quante frustrazioni, quanti disagi sociali in un punto di Pil. Meditiamo.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 12 marzo 2012

Achtung, Volkswagen

Cari Amici,
questi ci fanno un mazzo tanto, pare abbia detto Marchionne nell'apprendere i risultati di esercizio di Volkswagen nel 2011 (utili per 15,4 miliardi, ricavi per 126 e 8 milioni di vetture vendute nel mondo) e i  piani di investimento (53 miliardi) nei prossimi 5 anni.
Marchionne è preoccupato perchè VW punta per il suo sviluppo sui settori di forza di Fiat, vale a dire  USA, Brasile e piccole vetture.
Come mai Fiat è caduta così in basso rispetto a VW? Eppure gli operai tedeschi guadagnano il doppio rispetto ai nostri. Forse Fiat paga per la carenza di investimenti, per le scelte sbagliate, per la pochezza di idee. A Torino-Detroit si guardino attorno per capire le proprie debolezze, non abbiano paura dell'articolo 18, cerchino di  trovare nuove scelte, senza sbagliare.
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

venerdì 9 marzo 2012

Default

Cari Amici,
sin dall'inizio del caso Grecia sul tavolo c'erano due opzioni per l'inevitabile default: ordinato o selvaggio. Con gli eventi di questi giorni si va verso il defaul ordinato: chi possiede titoli greci perde il 75 per cento del valore, anche se ufficialmente si parla del 50,3 per cento. L'Argentina fece default al 66 per cento, quindi la Grecia ha fatto peggio. Però è stato un default ordinato, quindi per il momento il rischio contagio è stato scongiurato. Vedremo il mese prossimo, dopo le elezioni in Grecia, se il nuovo Governo rispetterà gli accordi.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 8 marzo 2012

Cari Amici,
tassi fermi all'1 per cento e benzina alle stelle in Eurolandia. Sino a quando i tedeschi e gli altri europei accetteranno questa situazione? A Berlino qualcuno muove critiche alla gestione Draghi, che si orienta  solo in funzione delle banche, di cui è espressione, e non del sistema Europa.
Un caro saluto

Gianfranco

mercoledì 7 marzo 2012

Default

Cari Amici,
leggo dal sito di una grande banca internazionale (non chiedetemi come ci sono entrato, ma è avvenuto):
Then it’s game over for the Greeks: They will default, exit the eurozone, go to the drachma, devalue, and go through hell for a few years.
It has now become too expensive—financially, politically, psychologically—to save Greece. The holes in the Monday deal show that there is no deal—and there won’t be any deal.
So on March 20, Greece defaults.
Il significato è chiaro: domani scade l'ultimatum della Grecia nei confronti dei possessori 'privati' dei titoli greci e se costoro non accetteranno le clausole capestro (in pratica perdono quasi tutto) allora si va al fallimento, previsto per il 20 marzo. E' interessante lo sforzo psicologico che verrebbe richiesto dal salvataggio della Grecia. In effetti sono due anni che a causa di questa situazione il mondo sta sulla corda. Non ne possiamo più.
Un caro saluto                     

Gianfranco
                                             
                                                                 

martedì 6 marzo 2012

La crisi

Cari Amici,
a gennaio 2012 le domande di disoccupazione presentate sono state 126.569, con un incremento del 13,48% rispetto al gennaio 2011, quando le domande erano state 111.536. Lo comunica l'Inps. Calano invece le domande di mobilità. Dal fronte lavoro e occupazione arrivano, e purtoppo arriveranno, notizie negative. Le misure di austerità adottate in Europa per arginare la crisi finanziaria rallentano lo sviluppo e la crescita. In passato in questi casi lo Stato ricorreva a misure keynesiane, creava posti di lavoro per opere pubbliche. Ora invece, in nome della stabilità monetaria europea, non si fa nulla.
E i risultati si vedono.
Un caro saluto

Gianfranco

Una faccia una razza

Cari Amici,
leggo dalle  agenzie: gli italiani rappresentano il gruppo nazionale maggioritario (l'8% dei contratti) nell'acquisto di abitazioni nella City londinese. L'arco temporale è piuttosto ristretto: i primi due mesi del 2012. I dati riguardano un trend ormai conclamato. Sino a pochi mesi fa il gruppo maggioritario era quello greco.
È proprio vero, «mia fazza mia razza» dicono i greci: Italia grecia, una faccia una razza.
Quella degli evasori fiscali.
Un caro saluto

Gianfranco

lunedì 5 marzo 2012

Il buco nero

Cari Amici,
1,1 milioni sono le case 'in nero' degli italiani. Esistono, ma non sono censite e non pagano tasse, locali e nazionali. Un buco nero del catasto.
Se tanto mi dà tanto, chissà quali sono i buchi del fisco.....
Un caro saluto e un buon avvio di settimana

Gianfranco

venerdì 2 marzo 2012

Oil for money

Cari Amici,
subito dopo la seconda guerra mondiale Stati Uniti e Arabia Saudita strinsero un patto di ferro: protezione dell'Arabia dai rissosi vicini in cambio dell'impegno a trattare soltanto in dollari acquisti e vendite di petrolio. L'accordo vale anche oggi e chi in passato ha tentato di violarlo (l'Iran con Mossadeq negli anni '50, Saddam Hussein e Gheddafi più tardi) ha pagato con la vita.
Oggi l'Iran sta tentando lo stesso giuoco ed ha appena firmato un accordo con l'India: petrolio contro pagamenti in merci indiane e rupie, che poi è la stessa cosa. E pare che l'Iran stia studiando la stessa cosa con la Cina, uno dei suoi principali clienti. Teheran rischia gosso. Questa è la vera bomba atomica dei persiani, perchè rischia di scalzare il dollaro dal suo ruolo di moneta di riserva, non già il materiale fissile che sta producendo. Ecco perchè il prezzo del greggio sale nonostante i segnali di recessione che dovrebbero ridurlo: si teme un escalation militare nel Golfo e la speculazione ne approfitta.
Un caro saluto e un buon fine settimana

Gianfranco

giovedì 1 marzo 2012

E la nave non va

Cari Amici,
due giorni fa avevo scritto del senso di rapina provato di fronte ai prezzi del commercio, a mio giudizio al di fuori di ogni logica. Oggi arriva la conferma ufficiale: in febbraio per la spesa del  carrello l'inflazione dei prezzi al consumo è pari  al + 4,5 per cento rispetto a un anno fa. È ormai chiara la cura del debito pubblico italiano dei due Mario: inflazione galoppante e tassi di interesse allo zero. In pochi anni il rapporto debito/Pil passerà dall'attuale 120 all'80 per cento perché il Pil salirà per effetto dell'inflazione mentre il debito rimarrà stabile a causa dei tassi bassi. Voleranno gli stracci, come al solito, e a pagare di più saranno i lavoratori non protetti e i pensionati.
E ci guadagneranno le banche.
Un caro saluto

Gianfranco