martedì 18 settembre 2012

Marchionne

Cari Amici,
mi raccontava un conoscente che quando Walter Da Silva, l'italiano ex Alfa Romeo oggi alla guida dei settori di punta di Vw e Audi, presenta un nuovo modello del gruppo a Berlino, Londra o in qualche altra parte del mondo, i vertici della Volkswagen lo abbligano a parlare in italiano. Questo perchè i tedeschi ci tengono a sottolineare che l'accoppiata design italiano/tecnologia tedesca è vincente in tutto il mondo e che quindi bisogna valorizzare il gusto e la fantasia del made in Italy.

Sergio Marchionne non la pensa così: sembra aver perso ogni fiducia nel nostro paese e che non veda l'ora di andarsene. Di analogo parere la famiglia Agnelli, che in questi mesi ha scambiato le azioni Fiat Auto in Fiat Industrial: l'auto made in Italy, secondo loro, può andare anche a farsi benedire.

È per questo che Vw sta sostituendosi a poco a poco a Fiat presso le aziende fornitrici di copmponentistica ad alto livello in Piemonte. Io non credo che i tedeschi intendano davvero rinunciare all'Alfa Romeo, così come vanno dicendo a ogni piè sospinto: mettetela nelle loro mani e sono sicuro che in breve tempo alla Bmw vedrebbero i sorci verdi.

Consoliamoci con i prodotti alimentari made in Italy che, almeno questi, continuano a fare progressi. Siamo un popolo di cuochi, vinaioli, casari, norcini e Pulcinella, dice Marchionne, l'auto lasciamola fare agli altri.
E la Ferrari?
Un caro saluto

Gianfranco

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