martedì 8 maggio 2007

Adriano Todaro

riceviamo e pubblichiamo


 


Sono il precedente direttore di carteBollate, Adriano Todaro. Leggo con stupore che le dimissioni di Gianfranco Modolo, adombrate giovedì scorso, oggi sono definitive. Nella scorsa riunione di redazione avevamo stabilito un percorso che aveva come punto centrale la riunione di giovedì 10 maggio con l’Associazione Cuminetti, formalmente editore del giornale. Sembra che in questo lasso di tempo ci siano stati altri incontri così da arrivare alle dimissioni non più adombrate, ma reali. Questo è un metodo inusuale perché la redazione doveva conoscere tutte le fasi (e partecipare) delle varie riunioni. Sono convinto che ci sia ancora spazio per discutere di questa brutta vicenda e tentare una mediazione che non significa capitolazione da parte di qualcuno, quanto piuttosto chiarezza sul proprio operato. Quando si dà una notizia deve sussistere il principio e il requisito dell’essenzialità dell’informazione. Su questo dobbiamo discutere, su questo e sulla rettifica che Modolo ha fatto il giorno seguente. Sta a noi decidere se questo giornale deve continuare ad esistere, se la grande esperienza e la potenzialità che hanno acquisito in questi anni i detenuti-redattori deve continuare o meno. Non soltanto per loro, ma anche per chi, sfortunatamente, verrà in seguito in questo carcere. Sta a noi tutti − direttore del giornale, redattori, editore, direzione del carcere − decidere se far trovare a loro il deserto comunicativo, oppure uno strumento importante per la loro crescita. Non ringrazio Gianfranco Modolo perché, ripeto, credo ci sia ancora spazio di recupero ed io, giovedì 10 maggio, sosterrò queste tesi. Termino ricordando solo che la libertà d’informare e di essere informati è diritto costituzionale. La democrazia in un Paese moderno, si misura su queste libertà. Senza questi diritti, non c’è democrazia. Quando chiude un giornale, muore sempre un pezzetto di libertà.


Adriano Todaro

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