giovedì 4 ottobre 2012

Medio Oriente


Cari Amici,
tutti i protagonisti della recente cronaca mediorientale - Siria, Turchia, Stati Uniti, Iran, Russia e Cina - tirano il freno per evitare che la crisi, per ora solo siriana, degeneri in tutta l'area.
Israele sta a guardare e si chiede se l'allargamento del conflitto possa costituire il classico "casus belli" per sistemare i conti con l'Iran e la sua bomba atomica.

Non posseggo più fonti in grado di aggiornarmi dal di dentro su quanto succede, però mi sono rimasti alcuni strumenti per capire dove va oggi lo "smart money" ovvero il danaro furbo, o la speculazione più scaltra e spudorata. Questi stumenti sono essenzialmente i contratti a termine del petrolio a Londra e New York. Ebbene, sino a ieri i prezzi a termine erano in netto calo poiché gli operatori temono la recessione su scala mondiale e i suoi potenziali crolli nel consumo di materie prime. È di oggi l'incidente turco-siriano, coinciso con un brusco calo dei prezzi. Che dire, la tristezza per le vittime turche e siriane potrebbe venir confortata dal fatto che lo "smart money" non prevede una guerra generalizzata in Medio Oriente che porterebbe le quotazioni ad almeno 200 dollari al barile contro i 110 attuali. Vedremo nei prossimi giorni se queste prospettive di tregua armata terranno.
Un caro saluto

Gianfranco

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