giovedì 21 gennaio 2010

Disoccupazione e Brigate Rosse...

Cari Amici,
scrive la Banca Centrale Europea nel suo ultimo comunicato: "La disoccupazione nell'area dell'euro dovrebbe seguitare ad aumentare in certa misura, attenuando la crescita dei consumi". Prosegue la Cgil: "In Italia le domande di disoccupazione nei primi undici mesi del 2009 sono state 1.765.922". Anche l'Istat ha aggiunto il suo commento osservando che il tasso di disoccupazione ormai è pari all'8,3 per cento (e sono oltre due milioni di persone...) e, fatto preoccupante, oltre il 25 per cento dei giovani è senza lavoro.

Il malessere giovanile spiega il contesto socio economico nel quale si notano i segni di ripresa  del terrorismo. Segnalo però una differenza di fondo rispetto al decennio '70-80', gli anni di piombo della prima Repubblica: allora le motivazioni delle organizzazioni 'rivoluzionarie' - Br, Prima Linea, Avanguardia Operaia, Potere Operaio etc. - erano prettamente ideologiche, non economiche, perché il posto di lavoro era assicurato, lo Stato interveniva per salvare le aziende in crisi e concedeva adeguati sussidi sociali, venivano effettuati investimenti nelle aree depresse del sud da parte delle aziende pubbliche.

Tutto questo oggi è finito: le aziende chiudono o delocalizzano, la disoccupazione sale. Quindi i maestri ideologici del rinascente terrorismo (ma anche le organizzazioni criminali) possono pescare con grande facilità nuovi adepti sfruttando il disagio sociale e la frustrazione di chi cerca invano per anni un posto di lavoro sicuro e vive di precariato, di chi non sopporta le crescenti e palesi diseguaglianze, di quanti laureati e diplomati si vedono schiacciati tra gli immigrati che sottraggono i lavori più umili e i tradizionali bacini di assorbimento di giovani acculturati (scuola, aziende, impiego pubblico) che non assorbono più. Conclusione: le basi socio-economiche del nuovo terrorismo sono più solide di quelle ideologiche del passato. Spero di sbagliarmi.

Gianfranco

Nessun commento:

Posta un commento

Stai per commentare il mio articolo, grazie. Ricorda che i commenti sono moderati e il tuo sarà pubblicato soltanto dopo l'approvazione. Gianfranco