sabato 23 luglio 2011

Italia-USA


Cari Amici,



È stagione di crisi del debito pubblico. L’Italia è stata oggetto, e rimane a rischio, di attacchi speculativi per il proprio debito pubblico enorme, il 120 per cento del PIL. Negli Stati Uniti, è sempre più prossima la possibilità di uno sforamento del tetto del debito pubblico.

In realtà, le due crisi sono molto differenti. La speculazione sui titoli del debito pubblico italiano (come quella che ha colpito nei giorni scorsi il BTP) è una cosa molto seria, che potrebbe portare perfino alla impossibilità per lo Stato italiano di ottenere soldi in prestito e quindi al default, cioè all’incapacità di ripagare u propri debiti. L'Italia non può torchiare valuta per ripagare i debiti con carta svalutata.  Nel caso degli Stati Uniti invece questo timore non esiste. Washington  non ha difficoltà a farsi prestare denaro, emette titoli e lki cede alle banche in cambio din contanti che ottengono dalla Federal Reserve che onora puntualmente gli impegni. Essendo il dollaro una moneta di riserva presente nei forzieri di mezzo monod, la Fed ne torchia quanti ne vuole. . La difficoltà è contabile: al tesoro Usa non è legalmente consentito emettere obbligazioni sopra un tetto massimo, fissato per ora a 14.300 miliardi di dollari. È questo limite che si è prossimi a sforare. Ma se il Tesoro Usa decidesse di superare il tetto ed emettere obbligazioni, i mercati non avrebbero problemi a comprare le obbligazioni a un prezzo ragionevole. Quindi la “crisi” Usa è un fenomeno puramente legal-contabile.



Se dunque il superamento del tetto del debito USA è una “finta crisi”, perché i giornali ne parlano tanto? La ragione è di posizionamento politico. I repubblicani vogliono accreditarsi come il partito della probità fiscale e usano il loro potere di bloccare l’innalzamento del tetto per mettere in imbarazzo l’amministrazione, che è  democratica, e perciò ha una base più favorevole all’aumento della spesa pubblica.

Quindi suani di fronte ad una crisi politica. In casi di default (temporaneo)  degli States ci saranno downgrading da parte delle agenzie di rating del debito pubblico USa, il dollaro si indebolirà ma non credo che Cina, Giappone e Paesi arabi venderanno le loro riserve in divisa americana.   Tutto resterà come prima.



Un caro saluto e un buon fine settimana



                                     Gianfranco





 


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