mercoledì 8 dicembre 2010

Scala


Cari Amici,



ebbene sì, lo confesso, il 7 dicembre 1968, alla prima della Scala dove esplose la contestazione con lancio di uova e altro, c'ero anch'io. Mi ero appena sposato, insegnavo ed ero militante del Movimento Studentesco con Capanna, Cafiero, Toscano, Saracino, Cusani, Martucci e altri di cui ora ho perso il ricordo. I ricchi borghesi che affollavano l'ingresso del Teatro erano 'la classe capitalistica' per eccellenza, i sodali di Agnelli e Pirelli, 'Ladri Gemelli', i nemici del proletariato per antonomasia. Insomma, erano la 'summa ideologica' di anni di studi che avevo fatto sulle critiche di Marx, Engels, la scuola di Francoforte, Reich e tanti altri alla società ad economia di mercato. Non eravamo filosovietici, forse tepidamente appoggiavamo il presidente Mao, ma fondamentalmente eravamo internazionalisti, si credeva nel diritto dell'umanità a condizioni migliori sotto tutti i punti di vista.

   Ci illudevamo di poter cambiare il mondo, pensavamo che la classe dirigente dell'epoca sarebbe stata spazzata via dalle forza delle nostre idee e dalla nostra determinazione. Così non è stato, anzi...

Ieri ho rivissuto per un attimo quei momenti e devo confessare che ho tirato un respiro di sollievo. Dopo la mia generazione la contestazione giovanile si è fermata, i miei figli pensano alla vita di tutti i giorni, alle preoccupazioni per il lavoro, la casa, la famiglia, si interessano del loro privato mentre il 'sociale' è praticamente scomparso dalle loro vite, se non fosse per il volontariato che resiste.

  Ma ora la contestazione, che a mio giudizio è un sintomo di vitalità del sistema, ritorna. Spero che quei giovani contestino la mia generazione, il mio modo di vedere e di agire, il mio scempio dei diritti dei più deboli, il mio egoismo economico e la mia miopia politica. Evviva, qualcosa si muove, finalmente.



Un caro saluto

                                                                                 Gianfranco

 


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