martedì 28 giugno 2011

SHALOM


Cari Amici,



una seconda flotilla viaggia alla volta di Gaza, e credo verrà respinta anche se non con i cruenti metodi della volta scorsa. Ancora una volta l'Occidente solleva il problema palestinese con la speranza di ottenere risultati concreti per Gaza. Credo si tratti di una pia illusione, i tempi non sono maturi, come non lo sono mai stati in passato.

Vorrei citare a questo proposito un episodio del lontano 1956: il 29 aprile di quell'anno Roi, un kibbutzin, venne sequestrato da un gruppo di palestinesi provenienti da Gaza.  Quando le Nazioni Unitre restituirono il suo corpo agli israeliani, si scoprì che gli erano stati cavati gli occhi. Ecco l'orazione funebre tenuta in sua memoria da Moshe Dayan, all'epoca capo di stato maggiore:



'Non diamo oggi la colpa agli assassini. QUale rivendicazione possiamo opporre al loro odio mortale contro di noi? Hanno vissuto nei campi profughi di Gaza negli ultimi otto anni mentre proprio davanti ai loro occhi noi abbiamo trasformato nel nostro retaggio la terra e i villaggi dove un tempo loro e i loro antenati avevano vissuto. Non è tra gli arabi di Gaza ma proprio in mezzo a noi che dobbiamo cercare il sangue di Roi, Come abbiamo potuto chiudere gli occhi e rifiutare di guardare in faccia il nostro fato e di vedere il destino della nostra generazione in tutta questa brutalità?'



Dunque, nella prima parte della sua orazione Dayan ammette apertamente che i palestinesi hanno tutto il diritto di odiare gli ebrei israeliani perchè si sono impadroniti della loro terra. Nella seconda però non ammette la colpa dell'occupazione violenta delle terre palestinesi, ma rileva la necessità del destino della sua generazione con tutta la sua brutalità, di portare il fardello non della colpa ma della guerra in cui la ragione è del più forte.

Sono passati 55 anni da allora, uomini di ampie vedute come Dayan sono stati sostituiti, di qua e di la del Giordano, da altri uomini meno idealisti e più terra terra. Pensate che questi abbiano la visione, il colpo d'ala in grado di risolvere la questione palestinese con mezzi diversi rispetto alla violenza?



Un caro saluto, Shalom



                    Gianfranco


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