giovedì 25 novembre 2010

Che fare (Lenin)?


Cari Amici,



i giovani che studiano non ci stanno, non sopportano i tagli all'istruzione  e reagiscono aggredendo le sedi della politica. Ricordiamo che la contestazione del 1968 iniziò con l'occupazione delle Università e proseguì poi all'interno delle fabbriche e nella società civile. In quale direzione si svilupperà l'odierno movimento che ancora non mostra inclinazioni politiche (di qui l'intervento di Bersani che cerca di indirizzarlo nel suo alveo) ma sembra dettato da esigenze strettamente economiche?

   La domanda non è banale: se la Gelmini ritirasse il progetto di riforma in discussione alla Camera la protesta, se fosse dettata unicamente dai soldi, potrebbe rientrare. Credo invece che negli studenti in lotta esistano altre motivazioni che li portano a manifestare. C'è l'esigenza del diritto allo studio, è vero, ma anche quella di una ragionevale certezza di un posto di lavoro, di un reddito sicuro, di poter creare una famiglia, di vivere in una società più giusta e meno condizionata dalla logica del profitto. Ecco perchè ritengo che  la protesta di oggi non sarà di breve durata, ma avrà lo scopo di modificare la condotta dell'attuale sistema politico, sia di destra che di sinistra, che ai giovani proprio ha pensato poco e male.

 Un caro saluto

                                  Gianfranco

 


Nessun commento:

Posta un commento

Stai per commentare il mio articolo, grazie. Ricorda che i commenti sono moderati e il tuo sarà pubblicato soltanto dopo l'approvazione. Gianfranco