Cari Amici,
le inchieste giudiziarie su Finmeccan ica hanno ormai colpito i vertici della finanziaria di Stato, il presidente Pierfrancesco Guarguaglini, alti dirigenti i e la moglie del presidente Marina Grossi.Ricordiamoci che Finmeccanica non è soltanto difesa, armi e contromisure elettroniche, con Oto Melara, Elsag, >Elettrobnica e cantieri navali, ma anche energia nucleare e trasporti con Ansaldo, informatica (quota in Stm), aerei ed elicotteri attraverso l'Agusta etc. Insomma,il gruppo Finmeccanica è uno dei pochi superstiti poli di eccellenza dell'industria nazionale. Negli affari di Finmeccanica è sempre girato il nero: armi, aerei, treni e grosse commesse pubbliche viaggiano soltanto a colpi di stecche pagate a ministri e grossi papaveri dei paesi acquirenti.
Nonb era mai successo però che i vertici del gruppo lavorassero in proprio. Fino a quando la società era un feudo del potere politico soldi ai vertici non ne arrivavano se non in minima quantità. In questo caso, invece, siamo arrivati a somme di tutto rilievo. Mancano i controlli del potere politico, è vero, ma è anche crollato il senso di responsabilità del dirigente pubblico che oggi si adegua all'andazzo generale che è quello di far soldi in spregio a ogni regola.
Con Finmeccaqnica si sgretola l'ultimo bastione dedll'industria pubblica. Speriamo che non ne venga disperso il patrimonio di conoscenze.
Un caro saluto e un buon fine settimana
Gianfranco
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