giovedì 11 marzo 2010

Ich bin nicht der Einzige...

Cari Amici,

  ho conosciuto Joschka Fischer negli anni 60 a Berlino. Io, studente di filosofia alla Statale di Milano,  imparavo il tedesco alla Frei Universitaet, frequentando corsi di sociologia, lui era uno degli attivisti della sinistra extraparlamentare insieme a Rudi Dutschke, Cohen Bendit, mentre più defilati erano quelli che poi confluirono nella Raf (Rote Armee Fraktion). Di lui ricordo la simpatia umana, la cordialità, la lucida analisi della situazione, e anche la passione per le belle ragazze. Poi Joschka ha fatto carriera con i Verdi fino a diventare vice cancelliere dal 1998 al 2005 nel governo Schroeder.

          Perchè questi ricordi? Questa mattima ho letto su Repubblica un suo fondo dal titolo 'la crisi greca e il futuro dell'euro'. Mi ha colpito il passaggio: pagare per la salvezza dei paesi dell'Europa meridionale o rassegnarsi alla fine dell'euro? La domanda  di per se rende chiaramente l'idea  di che cosa sta dietro a questa crisi, il futuro stesso del progetto europeo. Non credo che gli avveduti risparmiatori del nord vorranno pagare per le cicale meridionali. Ebbene, se salta l'euro fallisce l'Europa dei banchieri, ma non quella degli ideali di giustizia, libertà ed eguaglianza che il nostro vecchio Continente è ancora in grado di generare. Saremo più poveri, ma forse più felici.

                                Tanti auguri

                                                                                      Gianfranco

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